August 24, 2015
Cemil
Bayik è il numero due
Bayik
aveva 18 anni ed era studente ad
WaS:
Da quattro settimane
CB: Stato Islamico era già indebolito in precedenza. Vi
è un traguardo che
WaS:
No?
CB: No. Erdogan punta all’egemonia in Medio Oriente, dopo il
califfato. Stato Islamico appartiene al fronte sunnita contro i kurdi del Rojava e contro il dittatore siriano Assad. E Stato Islamico non è per Erdogan meramente uno strumento. Vi è vicinanza ideologica. Tuttavia la pressione
internazionale è cresciuta a un punto tale che
WaS:
Tuttavia Stato Islamico ha reso pubblico di recente un
video antiturco.
CB: Stato Islamico asserisce che
WaS:
CB: No. Abbiamo preso le necessarie contromisure. Naturalmente, però, la guerra ci impegna, e così la lotta contro
Stato Islamico.
WaS:
Chi ha interrotto la tregua?
CB: Erdogan. Questa guerra non è cominciata quando due
poliziotti sono stati uccisi a Ceylanpinar, nella Turchia orientale, ma molto
prima. Da aprile nessuno può far visita al Presidente
Apo.
WaS: Vale a dire, Ocalan.
CB: Ed Erdogan ha dichiarato nulli tutti i risultati conseguiti. Ha detto: “Non
vi sono trattative, non vi è un partner, non esiste una questione curda”.
Voleva vincere le elezioni con un approccio
aggressivo. Pensava che la guerriglia
WaS:
E l’uccisione di poliziotti a Ceylanpinar è opera
CB: No, di persone che si autodefiniscono seguaci di
WaS:
Dunque sostenitori di Ocalan. Voi non avete però condannato
le uccisioni.
CB: Nel frattempo questo attacco veniva strumentalizzato contro di noi.
WaS: Tuttavia ora siete in guerra.
CB: Non siamo in guerra, ci avvaliamo solo
WaS:
In alcune città kurde nell’ultima settimana sembrava essere in corso una
guerra.
CB:
Lì i giovani si difendono e difendono il popolo, in
maniera amatoriale, dagli attacchi dello stato. Lo stato agisce al contrario
con tutte le sue forze. Se continueranno ad agire
contro il popolo, ordineremo ai guerriglieri di
recarsi nelle città: abbiamo già preavvisato.
WaS:
Sarebbe la guerra…
CB: Se
WaS: Perché?
CB: Attraverso la politica
WaS:
L’HDP non implica una perdita di potere per il PKK?
CB: No. E’ stata la lotta
WaS:
Non nuocete all’HDP parlando di “diritto alla ritorsione”?
CB:
No. Erdogan pensava: “Posso attaccare, e il PKK non ha
come replicare. E anche se replica, posso usare i curdi”.
Vale a dire: contro HDP e PKK, cha avevano acquisito rilevanza internazionale
lottando contro Stato Islamico.
WaS:
Il piano comunque prosegue.
CB:
No, ora tutti sanno quali sono le motivazioni che spingono Erdogan. Egli ha
tuttavia innescato un processo: non ha tenuto conto
WaS:
Il capo dell’HDP, Demirtas, ha esortato entrambe le
parti a porre fine all’escalation.
CB:
Non soltanto lui. Riteniamo validi tali appelli. Crediamo che né
WaS:
Per una tregua, cosa dovrebbe accadere?
CB: Non vi sarà più una tregua unilaterale. Anche
WaS:
Chi potrebbe essere? Gli Stati Uniti?
CB: Lo abbiamo già proposto più volte.
WaS:
Lo crede veramente?
CB:
Perché no? Gli Stati Uniti hanno mediato anche in
Irlanda del Nord.
WaS:
Ha contatti con gli Stati Uniti?
CB:
Sì.
WaS:
Il governo statunitense contesta questo.
CB:
Gli Stati Uniti vogliono coinvolgere
WaS:
Gli Stati Uniti hanno approvato gli attacchi al PKK?
CB:
Invero non lo dicono, ma io lo credo: se gli Stati
Uniti non avessero dato il via libera, non sarebbe avvenuto nulla. D’altro
canto gli
WaS:
Come potrebbe configurarsi una soluzione durevole?
CB:
WaS:
Tuttavia la televisione ha un canale in lingua curda e
negli uffici locali si parla anche curdo.
CB:
Noi combattiamo da 40 anni. Naturalmente ciò ha costretto
WaS:
Allora deporreste le armi?
CB:
Porre fine alla lotta armata e deporre le armi sono due cose diverse. Fin
quando il problema curdo non sarà risolto e il
pericolo dello Stato Islamico permarrà, nessuno potrà pretendere che deponiamo
le armi. Non combattiamo soltanto per i curdi. Combattere contro Stato Islamico significa combattere per
l’umanità.
WaS:
Qual è il maggior successo
CB:
La liberazione delle donne.
WaS:
E qual è stato il suo più grosso errore?
CB:
Chiunque combatta, incorre in errori.
WaS:
L’ex funzionario
CB: Non corrisponde al vero. Sì, vi sono state
esecuzioni interne. E in via postuma il PKK ha
restituito l’onore a molte vittime. Sa chi è il
responsabile per la maggior parte delle esecuzioni? Gente che oggi incolpa il PKK. E tuttavia allora apparteneva al
PKK. Noi ci assumiamo le nostre responsabilità.
WaS:
Anche per le uccisioni di insegnanti o di appartenenti alla milizia dei
guardiani di villaggio, uccisi assieme ai loro familiari?
CB: Nessuno dei responsabili di azioni contro i guardiani di villaggio fa oggi
parte
WaS:
Quale linguaggio parla davvero il PKK?
Cb: In precedenza soprattutto il turco, oggi il 70%
dei documenti sono redatti in curdo.
WaS:
All’interno
CB: Sì, chiunque ne scrive, i funzionari, i combattenti e anche io.
WaS:
Vengono archiviati?
CB: Costituiscono la nostra storia, come potremmo distruggerli?
WaS:
Lei ha appreso solo tardi il curdo, vero?
CB: Sì, ero negli internati statali ed ero
turchizzato. Soltanto dopo che il mio amico Kemal Pir
mi aveva fatto conoscere il Presidente
WaS:
Pir era turco e morì nel 1982, durante uno sciopero
della fame in carcere.
CB:
Fu per me il momento più duro.
WaS:
Lei ha pianto?
CB: Un po’. Tuttavia non mi lasciai impressionare.
[Welt
am Sonntag, 23 agosto 2015, pag. 8; intervistatore Deniz Yücel]
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