September 14, 2015
Cari amici,
Siete informati molto bene sulla
situazione in Siria e in generale nel Medio
Oriente. In questa
regione si tratta di una
lotta di potere regionale e internazionale. La nostra patria in questa lotta è diventata un punto
focale in cui non ci sono più né
sicurezza né stabilità economica. Per questo le persone
qui si sono messe in cammino per lasciare la terra dei loro padri e nonni
in direzione di paesi nei quali
sperano di trovare sicurezza e una vita dignitosa.
Vittima di questo tipo
di lotte di potere è sempre
la popolazione civile. Per motivi economici e di sicurezza, come
molte altre persone innocenti sono stato costretto
a lasciare la mia città natale. Inizialmente
sono fuggito in un’altra zona della Siria e da lì all’estero,
dove sono diventato vittima di scafisti
e trafficanti di uomini che traggono
profitti dal destino di queste
persone. Il prezzo è stato troppo alto. Ho perso mia moglie e i
miei due bambini. Ma la mia tragedia non è la prima e non
sarà neanche l‘ultima. Probabilmente centinaia di famiglie sono già
stata cancellate in questo modo.
Ora sono di nuovo
nella terra dei miei antenati e resterò qui vicino alle tombe di
mia moglie e dei miei figli.
Questa terra è imbevuta
Cari amici, non auguro a
nessuno di questa zona, che
sia curdo, arabo, assiro o armeno, di vivere
quello che ho passato io.
Ma questi popoli nella storia hanno vissuto cose molto peggiori
di quelle che ho vissuto io. Chi di voi
si ricorda
Mando questa mia lettera
da Kobane, la città che ha vissuto
quattro anni di guerra. Era ed è ancora un obiettivo
di IS e di altri gruppi come il Fronte al-Nusra
e Ahrar al-Sham. L’80 % degli edifici, delle istituzioni e delle infrastrutture, non solo nella città di
Kobane, ma anche nei villaggi e nelle province circostanti, sono stati rasi
al suolo. Non ci sono più condizioni
di vita, solo la volontà della popolazione
che è legata alla terra die suoi padri e nonni. La resistenza non riempie gli stomaci, non fa guarire i
feriti e i bambini non possono più andare
a scuola. Vogliamo vivere in pace nella nostra
patria, sulla nostra terra.
Per piacere aiutateci!
Vi ringraziamo
Ringrazio anche per la partecipazione espressa rispetto al mio destino. Mi avete dato la sensazione
di non essere solo. Un passo fondamentale
per mettere fine a questa tragedia è il vostro
sostegno al nostro autogoverno.
Insieme al nostro autogoverno democratico saluto e ringrazio per la vostra attenzione.
Abdalla Kurdi, padre di Alan Kurdi
Anwar Muslim, Rappresentante dell’Autogoverno Democratico
Kobane, 12.09.2015
© 2013 UiKi ONLUS Team