30 -10- 2015
Con
l’intervento russo nel conflitto siriano la diplomazia ha ceduto il passo al
campo di battaglia. L’attuale attività politica non produrrà alcun accordo
finché ogni parte riterrà di essere in grado di imporre la propria volontà sul
terreno
di Yihya Dabouq -
al-Akhbar – (Traduzione di Andrea Leoni)
Roma, 30 ottobre 2015, Nena News – Vi è una
differenza tra conclusioni che richiedono delle analisi e un’analisi che
conduce a delle conclusioni. In Libano e nella regione, vi sono una serie di
analisti ed “esperti” che hanno conclusioni predeterminate; il risultato già lo
conoscono, e non può essere stravolto neanche da eventuali cambiamenti o
capovolgimenti. L’intervento della Russia nella scena siriana è prova di questo
fenomeno; a volte, infatti, tali analisti ed ‘esperti’ scavano in profondità
alla ricerca di una analisi che soddisfi le loro conclusioni predeterminate,
anche se la loro analisi si basa su motivi molto effimeri.
Di conseguenza, e per pura ostinazione, la
presenza militare della Russia in Siria cambia dall’essere una minaccia per gli
interessi americani e degli arabi ‘moderati’ – tra i quali figurano anche
Israele e Turchia (come essi stessi in un primo momento hanno ammesso) – ad una
minaccia per l’Iran, Hezbollah, e per gli interessi
In realtà, l’intervento della Russia in Siria
si è trasformato in un’occasione di auguri reciproci per alcuni e di
condoglianze per altri. Non importa quanto la realtà potrà essere negata:
l’intervento ha cambiato l’equilibrio ed è un fatto che non è più negabile. Tra
le altre cose, ha guidato la coalizione coordinata dagli Usa, verso un diverso
tipo di scontro, spogliandola di possibilità che erano i principali strumenti.
Nonostante ciò, l’arena siriana sta
assistendo ad attività politiche che sono state occasioni per molti analisti –
compresi quelli con preconcetti – di speculazione sull’esito. A questo proposito,
può essere utile indicare i seguenti punti:
In primo luogo, l’intervento della Russia in
Siria è teso a difendere i propri interessi che sono un chiaro allineamento con
quelli dei suoi “alleati”. Con questo intervento, Mosca non può
più tornare indietro senza aver raggiunto i suoi obiettivi. Questo è un
problema enorme e lascia il tutto senza opzioni. Si è andati oltre il punto di
vista della leadership della Russia e tutto ciò ha a che fare anche con la
sicurezza nazionale russa.
In secondo luogo, è vero che ciò che è stato
realizzato sul campo di battaglia non permette a Mosca di imporre le sue
condizioni su americani e sui loro alleati al tavolo dei negoziati. Ma l’azione
politica che la Russia sta effettuando non fa parte di ‘tempi supplementari’ in
attesa che guadagni terreno. Piuttosto, è parte della strategia della
Russia di non troncare tutti i contatti con l’altra parte che sta affrontando
militarmente nella scena siriana – anche se indirettamente. Inoltre, questa
attività politica ha permesso a Mosca di svolgere il ruolo di mediatore, ma
anche di arbitro, oltre che diventare un grande attore nei combattimenti in
Siria.
In terzo luogo, nessun risultato tangibile è
emerso dalla continua attività politica internazionale. Nessun accordo, nessuna
progetto, nessuna bozza di accordo è stato raggiunto. Le riunioni tenutesi
finora sono servite a porre sul tavolo delle trattativa gli obiettivi delle
parti in conflitto. Nessuna richiesta per un possibile compromesso è stata
fatta in questa fase, in quanto, il campo di battaglia non ha avuto ancora la
sua ultima parola. Washington ed i suoi alleati stanno discutendo e parlando
con la Russia e di conseguenza con i suoi alleati, con le stesse carte che
potrebbero essere state giocate prima dell’intervento militare russo in Siria;
mentre Mosca sta parlando agli americani ed ai loro alleati usando le carte che
saranno possibili solo dopo l’intervento della Russia.
In quarto luogo, la situazione sul terreno è
cambiata, e la posizione delle opposte fazioni anche. Prima
dell’intervento russo, Mosca ed i suoi alleati cercavano di impedire che
l’alleanza guidata dagli Stati Uniti raggiungesse i suoi obiettivi in Siria.
Nella fase dopo l’intervento, Washington ed i suoi alleati sono nella posizione
di provare ad impedire che la
In quinto luogo, dal momento che il campo di
battaglia non ha ancora avuto la sua ultima parola, non ci sarà alcun
compromesso o soluzione. Finché ogni parte ritiene che sia in grado di imporre
la propria volontà nel terreno, la soluzione politica sarà rinviata. E questo
significa che ci sarà un ulteriore intervento militare russo in Siria, che
alzerà il tono delle offensive; in cambio ci sarà uno sforzo militare americano
insieme ad i suoi alleati, in modo indiretto, volto a prevenire i russi ed i
loro alleati a raggiungere guadagni sul campo di battaglia.
E qui c’è da rilevare le differenze tra le
capacità pratiche ed operative delle due parti, ora che la
Alla luce di quanto sopra, si può dire senza
sbilanciarsi troppo che l’attuale attività politica non produrrà alcun
risultato tangibile, cioè nessun tipo di accordo o soluzione. Entrambi dovranno
attendere gli sviluppi sul campo di battaglia.
Fino a quando non verrà raggiunto ciò, i
lettori, dovranno sopportare le posizioni e le analisi sulla base di
conclusioni predeterminate, che non sono altro che ‘mere illusioni’. Nena News