26 -11- 2015
Reportage dalla “capitale” siriana del Califfato
di al-Baghdadi, assediata dai jihadisti e bombardata dagli occidentali
di Federica Iezzi
Raqqa (Siria), 26 novembre 2015, Nena News – Mentre rimangono accese le luci rosse di
allarme in Europa, Francia e
I militanti hanno il
pieno controllo di tutte le strade
di accesso ai quartieri. Limitati ingresso e uscita nelle aree assediate.
Anche l’assistenza umanitaria risulta limitata o, peggio,
Oltre all’accesso limitato, l’assedio è combinato a raid aerei e scontri a terra continui e violenti. I prezzi dei prodotti alimentari continuano a salire drammaticamente. Per un chilo di
zucchero si paga quasi cinque euro. 51 euro
per un chilo di tè. 380 euro per una bombola
Abdel vive sotto un telone di plastica riparato da stracci e sopra
un tappeto rosso e grigio, l’unico pezzo rimasto della
sua vecchia casa nel quartiere di
al-Shohadaa, a Raqqa. Ci dice: “non ci hanno permesso
nemmeno di andare nelle zone controllate dal governo per ritirare i nostri stipendi.
Le decine tra ministeri e governatorati, controllati da Daesh (noto anche
come Is, Stato Islamico),
non riconoscono il nostro lavoro”. Secondo una stima
dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, almeno 640.000 siriani vivono in zone sotto assedio mentre infuria la guerra nel Paese.
Dallo scorso febbraio sono state riconosciute ufficialmente 11 aree assediate in Siria. Alle centinaia di migliaia di
siriani che vivono in queste zone sono negate le necessità primarie: cibo, acqua e medicine. Centinaia sono le morti da
cause prevenibili, come la
fame, la disidratazione e la mancanza
di cure mediche. Miran e Saben hanno un negozio di alimentari alla
periferia di Raqqa. “Paghiamo
un’imposta a Daesh di
Distrutti dai raid aerei
della Coalizione Internazionale e da bombe francesi e russe dirette sullo Stato
Islamico, anche centrali elettriche e impianti di filtrazione
per l’acqua. Adesso
l’acqua viene estratta manualmente da falde acquifere
contaminate da scarichi fognari e conservata malamente in contenitori di plastica. Non ci sono quasi più
medici a Raqqa.
Lo Stato Islamico ha perseguitato, torturato e ucciso chiunque curasse combattenti di altri gruppi
ribelli. 670.000 bambini sono senza scuola
o, peggio, solo con la scuola
coranica. Niente più scienza, storia
e arte, solo studi islamici
distorti dal primitivo significato.
Pantaloni larghi che cadono sopra le caviglie senza lasciare nessun tratto di pelle
scoperta. Burhan
ci dice: “siamo costretti ad andare in moschea per la preghiera ‘in congregazione’. Sermoni con l’obiettivo