Come una regione
autonoma curda nel nord della Siria è riuscita a
ottenere democrazia, parità di genere e laicità nel bel mezzo dell'estremismo
religioso dell'Isis
Combattenti della forza armata Ypj, conosciuta anche
come Unità di protezione delle Donne.
Credit: Rodi Said
In Siria esiste una società autonoma non riconosciuta ufficialmente
né dal regime di Bashar al-Assad, né dalle Nazioni Unite e nemmeno dalla Nato:
Rojava è uno stato di fatto, situato su una striscia di terra nel nord della
Siria grande quanto lo stato americano del Connecticut e abitato da 4,6 milioni
di curdi. La regione produce 15mila barili di petrolio al giorno, che viene
venduto alla gente locale e all’amministrazione di Assad per finanziare parte della guerra contro l’Isis.
Il giornalista statunitense Wes Enzinna si è
recato a Rojava per una settimana nell’estate
Gli ideali sui quali è fondata la
società di Rojava sono quelli
Il governo turco non ha alcuna intenzione
di riconoscere l'esistenza di Rojava, che viene considerata solo come un fronte
dell’organizzazione paramilitare
Diversi occidentali, infatti, si sono
espressi a favore dell'evoluzione degli eventi nella regione. Secondo quanto dichiarato da
un esponente della Camera dei Lord britannica Raymond
Joliffe, quello che i curdi di Rojava stanno portando avanti è “un esperimento
unico che merita di avere successo”. Il professore
olandese Jan Best de Vries, invece, dopo aver visitato Rojava nel dicembre
Anche David Graeber, uno dei fondatori
Le forze di Rojava
Se l’esperimento di Rojava dovesse avere
successo, la regione andrebbe a costituire una seconda, importante fetta di
terra per la patria dei curdi. La prima è il Governo Regionale
A Qamishli, la capitale di Rojava, situata in un
distretto abitato da 400mila persone c'è un’università aperta a uomini e donne,
la Mesopotamian Social Sciences Academy. Questo stesso
fatto è decisamente rivoluzionario. Per anni infatti, Bashar al-Assad e
suo padre Hafez hanno proibito ai curdi siriani di
studiare. Nei territori vicini controllati dall’Isis le donne
curde vengono torturate continuamente con l’accusa di essere “eretiche
occidentalizzate”. A Rojava, invece, le ragazze e i ragazzi
vengono istruiti.
Il territorio dello stato di fatto di
Rojava è governato da un partito affiliato
Entrambe le forze armate sono fondamentali per gli Stati Uniti
nella lotta contro l’Isis nella regione: dal settembre 2015, i bombardamenti
aerei statunitensi si sono focalizzati nell’aiutare l’Ypg, mentre da novembre
2015 il presidente Barack Obama ha inviato 50 soldati
delle forze delle Operazioni Speciali a Rojava per assistere e consigliare i
curdi.
Oltre all'Ypg e all'Ypj, esiste anche la forza di polizia degli Asayis,
fondata dal partito Pyd nel 2012, che comprende 6mila poliziotti, tutti eletti,
e in cui un nucleo composto da sole donne si occupa di stupri e aggressioni di
matrice sessuale. Secondo quanto dichiarato dal capo della
polizia di Qamishli, tutte le nuove reclute ricevono le proprie armi solo dopo
“due settimane di istruzione femminista”.
Una storia di riconoscimenti negati e i bombardamenti turchi
Nonostante gli Stati Uniti, alleati della
Turchia, supportino la lotta dei curdi contro il sedicente Stato islamico, i
turchi continuano a focalizzare i propri bombardamenti contro i curdi piuttosto
che contro l’Isis. Dall’agosto 2014, infatti, la Turchia ha
bombardato i combattenti curdi in
Il popolo curdo ha abitato storicamente un
territorio situato tra i fiumi Tigri ed Eufrate conosciuto come
In Turchia i curdi costituiscono un
quinto della popolazione, ma il governo ha da sempre negato l'esistenza di
un'etnia curda. Le leggi turche hanno rimosso
qualsiasi traccia dell’identità curda dai libri di storia e hanno proibito che
la lingua curda venga parlata in pubblico. La violazione di queste norme è
punita con lunghi periodi di detenzione.
Una leggera apertura c'è stata nel 2013, quando il governo ha abrogato una legge che proibiva l’uso delle
lettere Q, W e X, che appaiono nell’alfabeto curdo ma non in quello turco.
In Siria, dove i curdi costituiscono il dieci per cento della
popolazione, simili provvedimenti legali sono stati resi esecutivi da un capo
di polizia di nome Mohammed Talib Hilal, che nel 1963 aveva paragonato la
questione curda nel Paese a “un tumore maligno”.
Gli studenti di Rojava
Durante il primo incontro tra Wes Enzinna e i suoi
studenti, il giornalista ha potuto osservare in particolare l’eterogeneità
della sua classe.
Enzinna aveva raggiunto Rojava durante
il Ramadan, il mese in cui i musulmani praticano il digiuno dall'alba al
tramonto, eppure aveva visto studenti mangiare nella mensa dell’università
durante tutto il giorno.
È in quell’occasione che ha avuto modo
di scoprire che Ramah, uno dei suoi studenti, era ateo.
Il 90 per cento dei curdi è musulmano sunnita, ma l’Isis li
considera comunque infedeli e li attacca costantemente. Nel maggio del 2014
alcuni militanti del sedicente Stato islamico hanno rapito 186 studenti curdi
di ritorno a Rojava da Aleppo, dove erano andati a sostenere un esame, per poi
costringerli a frequentare una scuola religiosa jihadista, minacciando con la
decapitazione chiunque tentasse la fuga.
Sami Saeed Mirza, di 29 anni, un altro
studente di Enzinna, non è musulmano. Non è nemmeno cresciuto in Siria, viene
infatti da un piccolo villaggio nell’ovest dell’Iraq,
vicino la città di Sinjar, e fa parte della minoranza etnica e religiosa
yazidi, che pratica una forma moderna di Zoroastrismo.
Mirza aveva sentito parlare
“Quella battaglia [tra l'Ypj e i militanti dell'Isis] ha
cambiato la mia idea sulle donne”, ha dichiarato
Mirza, “Le donne combattenti... ci hanno salvati. La mia società, quella
yazidi, è diciamo più tradizionale. Non avevo mai pensato alle donne come leader, come eroine, prima d’ora".
Mirza ha sentito parlare
Il femminismo di Ocalan
Gli studenti dell'università devono studiare un
testo scritto da Ocalan sulla parità di genere chiamato “Liberating Life”. In
esso, il rivoluzionario curdo sostiene che i problemi
di cattiva amministrazione, corruzione e istituzioni democratiche deboli nelle
società mediorientali non possono essere risolti se non si ottiene la totale
parità di genere.
“Non dovete essere uomini ora. Dovete pensare come una donna, perché gli uomini combattono solo per il potere. Ma
le donne amano la natura, gli alberi, le montagne... È
così che diventerete dei veri patrioti”, aveva detto Ocalan in un discorso ai militanti
La costituzione di Rojava è stata ratificata il
9 gennaio 2014: si tratta di un "contratto sociale" che considera la
parità tra i sessi e la libertà di culto come diritti inviolabili di tutti gli
abitanti.
Al principio le credenze di Abdullah
Ocalan erano diverse. La sua carriera politica iniziò nel 1978 con la creazione del Partito dei lavoratori
Gli esponenti
Abdullah Ocalan scappò in Siria nel 1980,
dove ricevette asilo da Hafez al-Assad, padre dell’attuale presidente siriano.
Per circa 20 anni, Ocalan guidò la battaglia
Scappò attraverso l’Europa arrivando infine in
Fu imprigionato nel carcere di Imrali, situato su un’isola al
largo di Istanbul, in cui è attualmente l’unico detenuto, ed
è da allora che le sue credenze iniziarono a cambiare. Gli venne permesso di
incontrare comandanti anziani
Gli venne inoltre concesso di leggere alcuni libri, e fu grazie
a questo che entrò in contatto con l’ideologia radicale di un
filosofo dello stato americano
In isolamento, Ocalan studiò la maggiore opera di Bookchin,
“L’ecologia della Libertà”, in cui il filosofo sostiene
che il problema principale dell'umanità sono le relazioni gerarchiche e non il
capitalismo. Secondo Bookchin, la distruzione del mondo naturale da parte del
genere umano sarebbe il prodotto della nostra tendenza a dominare il prossimo,
ed è solo eliminando tutte le gerarchie - come la superiorità dell'uomo
rispetto alla donna, del vecchio rispetto al giovane, del bianco rispetto al
nero, del ricco rispetto al povero - che riusciremo a risolvere la crisi
ecologica globale.
La democrazia secondo Ocalan
In un altro libro, "Urbanizzazione
senza Città", Bookchin sostiene che la democrazia diretta basata sul
modello ellenico sia la scelta migliore per una società. Solo
utilizzando questo sistema l’umanità potrebbe contrastare l’ingiustizia, così
da impedire ai movimenti radicali di riprodurre le stesse ineguaglianze che
essi stessi si propongono inizialmente di sconfiggere.
Basandosi sull'idea di Bookchin di ottenere l’indipendenza
attraverso le assemblee municipali, Ocalan riuscì finalmente a trovare un modo per realizzare il sogno curdo: il Pkk avrebbe potuto
far ottenere diritti ai curdi attraverso la creazione di proprie comunità
separate all’interno di Paesi già esistenti, facendo ricorso alla violenza solo
in caso di attacco. Forse, dopotutto, Ocalan aveva sbagliato a pensare che la
liberazione potesse essere ottenuta solo attraverso la creazione di uno
stato-nazione governato dai curdi.
Nel marzo
Queste assemblee avrebbero l'obiettivo di formare una grande
confederazione che si estenderebbe a tutte le regioni curde
Non tutti i comandanti
Il Pkk si è così organizzato in modo da formare immediatamente
delle assemblee clandestine in
Ed è proprio a Rojava che l'ideologia
La democrazia diretta di Rojava
“Rojava è qualcosa che va oltre lo
stato-nazione”, ha detto a Enzinna il comandante donna Hediye Yusuf, copresidente
Secondo quanto dichiarato da Yusuf, ogni posizione di qualsiasi
livello
Enzinna
ha avuto l’occasione di essere presente durante la
riunione di una delle assemblee municipali basate sul modello di Ocalan: la
comune Martyr Ramsi. I 46 membri di questa assemblea si erano incontrati
per discutere della sicurezza della regione. La loro è
una delle 97 comuni distinte in base al quartiere d’appartenenza presenti nella
capitale di Rojava. Ce ne sono altre centinaia ad Afrin e
Kobani, gli altri due distretti di Rojava.
Secondo quanto dichiarato da Chenar Salih, rappresentante del Movimento per una società democratica (Tev-Dem) -
una coalizione di sei partiti politici della quale fa parte anche il Pyd - il
Pyd ha implementato dei controlli sul suo stesso potere per assicurare che non
sia una maggioranza curda a dominare.
“Essendo una minoranza che viene repressa in Turchia, siamo
consapevoli dell’importanza di dare a tutti un ruolo egalitario al'interno
Gli oppositori del Pyd
Secondo alcuni, tuttavia, ciò che sostiene il
Pyd riguardo la propria apertura sarebbe in realtà una trovata
Human Rights Watch ha espresso dubbi in merito al ruolo del
Pyd. Amnesty International ha anche pubblicato delle preoccupanti accuse
indirizzate all’Ypg, secondo le quali la forza armata avrebbe commesso crimini
di guerra, radendo al suolo interi villaggi come punizione per aver ospitato di
nascosto militanti dell’Isis.
“Avevamo delle prove che avessero cooperato con l’Isis”, ha
detto Yusuf riguardo alle affermazioni di Amnesty International,
cercando di spiegare la faccenda e negando con forza che fossero state
distrutte deliberatamente le case dei civili. Ha tuttavia ammesso che
"siamo in mezzo a una guerra e a una rivoluzione, e abbiamo commesso degli
errori”. Ha infine aggiunto che il Pyd ha collaborato
con Human Rights Watch nell’indagine e che i responsabili sono stati
puniti.
Le diffidenze degli studenti verso Enzinna
Nel suo viaggio alla scoperta della
società di Rojava, l'unico conflitto che Enzinna ha riscontrato con i suoi studenti riguardava
quanto essi avrebbero voluto rivelare delle loro vite. Una sera, il giornalista ha chiesto loro di scrivere un saggio breve
su dove si trovassero quattro anni prima, quando era iniziata la guerra civile
in Siria, e dove avrebbero voluto essere quattro anni dopo.
Gli studenti si sono fatti subito sospettosi e hanno chiesto a Enzinna di uscire dall’aula, dove hanno
continuato a discutere per molto tempo. Solo dopo il
giornalista ha capito come le sue domande potessero essere fraintese poiché
molto simili alle richieste poste dal regime di Assad durante gli interrogatori
che coinvolgevano i giovani curdi.
Nonostante lo scontro, tutti gli
studenti si sono presentati alla lezione successiva. “Rifiutiamo
la relazione signore-servo come modello per la relazione tra insegnante e
studente”, ha dichiarato uno degli alunni, “ma abbiamo deciso che puoi
continuare a farci da insegnante”.
I segni della guerra nella regione
A Enzinna
è stato chiesto di lasciare la scuola prima di quanto stabilito, poichè un battaglione di diverse centinaia di reclute sarebbe stato
spostato in prima linea e quindi l’università sarebbe stata usata come rifugio
temporaneo.
Il giornalista ha successivamente seguito
il viaggio dei soldati verso il fronte, ritrovandosi ad attraversare un
villaggio che faceva da avamposto contro l’Isis a
In una delle case ancora in piedi, Enzinna ha
incontrato Deniz Derik, una combattente di 24 anni dell’Ypj, capo di 23 ragazze
che vivevano con lei in quella casa, di età comprese tra i 14 e i 21 anni.
Il giornalista ha chiesto a Shaker, un
giovane insegnante dell'accademia che lo aveva accompagnato nel suo viaggio,
come mai ragazzi come lui frequentassero l'università mentre quelle
"ragazzine" facessero parte dell'esercito.
Shaker ha risposto che chiunque voglia
può andare a scuola, a costo di saper dimostrare la propria serietà.
Enzinna ha poi chiesto a Derik se le
sarebbe piaciuto studiare, e lei ha risposto che persino i soldati studiano le
teorie di Ocalan per due ore ogni giorno.
Passando vicino a una bandiera appesa a un
lampione che onorava un soldato Ypg morto, Shaker aveva raccontato a Enzinna
che l'uomo era stato un suo amico dai tempi
È stato allora allora che Enzinna si è reso conto di come la generazione di cui
facevano parte Shaker e il suo defunto amico fosse
costretta a scegliere necessariamente tra diventare un rifugiato o un
combattente.
E per quelli che sceglievano di combattere, l'unica opzione
erano diversi tipi di militanza: affiliarsi all’Isis, al regime di Assad o alla
rivoluzione curda.
In un contesto di estrema violenza come
quello che caratterizza la Siria dagli ultimi quattro anni, secondo Wes Enzinna non è così
sorprendente che le ideologie più estreme, non importa quanto brutali o
utopiche, stiano prendendo piede così velocemente.
Il giornalista ha chiesto alla combattente
Deniz Derik se avesse paura di morire.
“Paura? Perché dovrei avere
paura? Diventare una martire è la cosa migliore che mi
possa succedere. Certo, combattere è brutto, ma combattere per questo è
Continuando la camminata nel villaggio e passando accanto a una
scuola distrutta dai bombardamenti, Derik ha aggiunto:
“Ognuno deve scegliere da che parte stare. L’Isis ha scelto quella della schiavitù, noi abbiamo scelto quella della libertà.”
“Noi combattiamo per le nostre idee”, è poi intervenuto Shaker,
“le idee, come le persone, muoiono se non combattiamo per loro”.
Il giornalista Wes Enzinna ha raccontato la sua storia per la prima