Posted date: April
14, 2016
Il 14 settembre 2015 la Direzione per la Sicurezza
della polizia di Ankara sarebbe stata informata dal direttore della sezione
anti-terrorismo della polizia di Ankara, Hüseyin Özgür Gür, del fatto che il
cosiddetto Stato Islamico (IS) stava preparando diversi attentati suicidi
contro le manifestazioni di protesta in Turchia. 25 giorni dopo, quindi il 10
ottobre, al centro della capitale della Turchia c’è stato un attentato suicida
di contro una manifestazione per la pace. Nell’attentato hanno perso la vita
102 persone. Alla manifestazione contro un’escalation del conflitto turco-curdo
avevano invitato numerose organizzazioni sindacali. L’appello era sostenuto
anche dal Partito Democratico del Popoli (HDP), nel cui spezzone del corteo
quel giorno l’attentatore si è fatto esplodere.
Nonostante la manifesta situazione di pericolo, della
quale la Direzione per la Sicurezza di Ankara era stata avvisata dalla sezione
anti-terrorismo, l’allora direttore della polizia di Ankara, Kadri Kartal, non
prese alcuna misura straordinaria per la protezione del corteo per la pace. Anche
altri 62 avvisi per la sicurezza dei servizi segreti turchi MIT su attentati
suicidi di US fatti tra l’1 gennaio 2015 e il giorno dell’attentato inviati in
tutto il territorio nazionale alla direzione di polizia, evidentemente non
hanno dato alla polizia di Ankara particolare motivo di alzare le misure di
sicurezza. Nei 62 avvisi per la sicurezza sarebbe stato fatto esplicitamente il
nome dell’attentatore suicida di Ankara, Yunus Alagöz.
Queste scandalose informazioni emergono da un rapporto
preliminare di un’ispezione ufficiale del 25 febbraio, che ora è stato
individuato dal quotidiano Cumhuriyet**. A seguito dell’ispezione, le persone
incaricate della direzione dell’inchiesta hanno individuato i nominativi di una
serie di responsabili nell’apparato di sicurezza, che nonostante le
informazioni in loro possesso, non hanno compiuto azioni per avere la
possibilità prevenire l’attentato suicida di Ankara. Un invito degli ispettori
di avviare inchieste contro queste persone è stato invece rifiutato dal governatore
di Ankara. Anche la Procura dello Stato di Ankara si è rifiutata di fare
obiezione contro la decisione del governatore.
Il rapporto degli ispettori ufficiali alimenta il
sospetto che parti dell’apparato di sicurezza turco permettano consapevolmente
attacchi di Stato Islamico contro aree di sinistra e curde nel paese. Dopo
l’attentato di Ankara l’HDP aveva disdetto qualsiasi iniziativa di campagna
elettorale prima delle elezioni dell’1 novembre per proteggere i propri
sostenitori. Già nell’attacco di Suruç il 20 luglio 2015, nel quale avevano
perso la vita 33 persone per un attentato suicida di IS, l’apparato di
sicurezza turco era stato accusato di aver omesso consapevolmente di prendere
le necessarie misure.
Cellule di IS in 70 province della Turchia
Il quotidiano Cumhuriyet riferisce inoltre che in circa 70 province della
Turchia si sono organizzate cellule di Stato Islamico. A questo proposito fa
riferimento a un avviso della Direzione della Sicurezza della provincia di Kars
del 28 ottobre 2015. Possibili obiettivi di queste strutture di IS sarebbero
oltre a località turistiche in Turchia, in particolare persone e strutture di
HDP e CHP (Partito Repubblicano del Popolo).
**http://www.cumhuriyet.com.tr/haber/turkiye/514675/Bombayi_biliyorlardi.html
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