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Una donna Êzida descrive le atrocità di Daesh!

Posted date: April 20, 2016

Una donna Êzida descrive le atrocità di Daesh!

Leyla Mehlo Hemzo, una donna yezida, è stata rapita e venduta come schiava da Daesh che ha ucciso suo marito davanti ai suoi occhi. La sua espressione mostra i trattamenti disumani di Daesh. L.M.H. ha dichiarato che i bambini rapiti da Daesh hanno subito abusi sessuali e non riesce ad esprimere queste atrocità con le parole.

Le donne yezide hanno sofferto il dolore più grande negli attacchi di Daesh su Shengal il 2 agosto 2014. Migliaia di yezidi sono stati rapiti, venduti come schiavi e uccisi da Daesh. Il popolo yezida vive da migliaia di anni con la propria fede e organizzazione sociale indipendente. Ha resistito coraggiosamente nonostante gli attacchi. Per la prima volta le Unità di Difesa del Popolo (HPG) e le YJA STAR hanno respinto gli attacchi disumani. Il popolo yezida si è ritirato sulle montagne durante gli attacchi, continuando a praticare la propria fede e la speranza di una nuova vita. Il popolo yezida ha costruito una nuova vita nei monti di Shengal aspettando la liberazione delle donne rapite. Alcune donne si sono liberate con le proprie forze, altre sono state liberate dalle combattenti YPG / YPJ. Una di queste donne yezide si chiama Leyla Mehlo Hemzo.

Gli uomini sono stati giustiziati dal plotone di esecuzione
Leyla, 25 anni, è del villaggio Al Ezir di Shengal. È sposata con tre figli. Leyla e la sua famiglia sono scappati durante gli attacchi di Daesh a Shengal. Ma non sono riusciti a sfuggirgli. Daesh li ha catturati nel villaggio e li ha venduti come schiavi. Leyla ci ha raccontato il suo vissuto e come è stata catturata. “Daesh ha attaccato il nostro villaggio all’improvviso. Siamo fuggiti a piedi verso il villaggio di Şeraa. Daesh ci ha catturati quando siamo arrivati
​​a Şeraa. Hanno preso 50 donne e 20 uomini. Hanno fucilato gli uomini, ci hanno portate in un altro luogo. Prima a Kiran , poi a Til Azir, BAAC, Shengal e Musul. Ci hanno trattate male. Siamo state a Til Afer poi a Musul per 15 giorni. A Til Afer siamo state quasi due mesi, poi ci hanno portato a Raqqa dove c’erano altre donne prigioniere.

“Daesh ha addestrato i giovani alla loro mentalità e venduto le ragazze come schiave. Un emiro chiamato Nur (nome di battaglia Ebu Ubeyd) è venuto e mi ha presa. Mi ha torturata per un anno. Sono stata violentata lasciata, in condizioni di fame e sete e trattata con violenza. L’ emiro era sposato con due mogli. Le sue mogli sono state molto crudeli. Le ha addestrate dicendo che non siamo musulmane e ci meritiamo tutto questo. Non ci hanno fatte uscire, non potevamo guardare fuori dalle finestre. Un anno dopo mi ha venduta ad un uomo saudita di Humus, dove mi ha portata. Mi ha messa per terra e violentata.

“Le madri sono state uccise davanti agli occhi dei loro bambini ed i bambini sono stati uccisi davanti agli occhi delle loro madri. Hanno ucciso 15 uomini davanti a noi. Una ragazza di 16 anni è stata violentata dagli uomini delle bande. Si è suicidata. Anche io ho tentato il suicidio più volte ma mi hanno salvata per vendermi e guadagnare di più. C’erano molti bambini dove eravamo, di età fra i 9, 10, 12 e 15 anni, che sono stati addestrati. I bambini volevano scappare ma non ci sono riusciti. Rimaz, una bambina di 10 anni, era con me nel villaggio di Solak. È stata costretta a sposarsi. Ogni giorno un uomo di Daesh ha abusato di lei sessualmente. Era una bambina, aveva paura, mi ha supplicato di non lasciarla. Tuttavia, non ho potuto fare niente. Ci hanno detto ” Vi abbiamo comprate ad un prezzo economico, ma vi venderemo a un prezzo più alto.”
“Un giorno l’uomo saudita è uscito e ha lasciato la porta aperta. Sono scappata. Mi sono rifugiata in un villaggio di Minbic. Una famiglia araba mi ha nascosta nella propria casa e hanno parlato con le YPG e YPJ. Gli amici sono venuti e mi hanno portato da un’ altra parte. Adesso sono con gli heval (amici) da giorni. Gli sono grata e li ringrazio.”

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