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Donne, etica e rivoluzione. Intervista alle compagne del Rojava
Tutto il mondo trae ispirazione, ormai da due anni, dalla lotta che le
combattenti curde delle Ypj
portano avanti contro lo stato islamico. Tutto il movimento curdo
è attraversato da questa potenza femminile, tuttavia, anche in Turchia e in
Iraq (con le unità femminili di difesa civile, le Yps-j,
e quelle di difesa popolare inquadrate nel Pkk, Yja-Star) e in Iran (Hpj). Le
donne curde, tuttavia,non
sono soltanto combattenti, ma in primo luogo militanti: da anni c'è chi tra
loro sviluppa una concezione teorica articolata del ruolo delle donne non
soltanto nella liberazione del Kurdistan, ma dell'umanità, confrontandosi tanto
con il pensiero rivoluzionario e il femminismo, quanto con le culture
cristiana, ezida e musulmana, o con le filosofie
occidentali e orientali. Il loro punto di riferimento principale sono gli
scritti di Abdullah Ocalan dal carcere, dove il presidente del Pkk ha promosso lo sviluppo di una scienza
nuova, la jineoloji: la scienza delle donne o
“scienza donna”.
Le militanti hanno approfondito
in questi anni tale idea, cercando di svilupparla, concretizzarla, precisarla e
diffonderla in tutte le aree in cui operano. La rivoluzione del Rojava e la rivolta del Bakur
turco, così come l'azione politica svolta nel Kurdistan iraniano hanno
rappresentato e rappresentano un vero e proprio banco di prova per la scienza
rivoluzionaria delle donne curde, e di questo i
quadri femminili (così usano chiamare sé stesse) dei
diversi partiti curdi di sinistra sono altamente
consapevoli. Le donne coinvolte nella rivoluzione del Rojava
occupano ruoli di carattere molto diverso tra loro: sanità, istituzioni, comuni
di quartiere, case del popolo, cooperative, unità di difesa interne ed esterne,
e così via. Sono impegnate in una lotta che deve fare i conti con una società
profondamente patriarcale e con una cultura diffusa che non aveva mai ammesso
il loro protagonismo; e non poche donne, in Rojava,
condividono tuttora la cultura patriarcale e reazionaria, essendo cresciute in
una regione lasciata nel dilagante analfabetismo e nella
povertà estrema, per ragioni politico-coloniali, dallo stato siriano.
Per questo le compagne di jineoloji si muovono instancabilmente per il Rojava per offrire alle donne e agli uomini – nelle comuni, nelle scuole, nelle unità di combattimento –
la loro perwerde (educazione) riguardo alla nuova
scienza. Le abbiamo incontrate in una località del Rojava
e ne abbiamo approfittato per approfondire la loro
visione della rivoluzione e del mondo.
L'intervista si può leggere
e scaricare a questo link.
http://www.infoaut.org/images/Reportage_Medioriente/jineoloji2.pdf
Approfondimento realizzato per Infoaut e Radio Onda d'Urto
Postato 4th May 2016 da Davide Grasso