11 -05- 2016
Human
Rights Watch pubblica il video delle violenze turche sui rifugiati: ad aprile almeno
5 morti. Altre 48 ore di tregua ad Aleppo, mentre
di Chiara Cruciati – Il Manifesto
Roma, 11 maggio 2016, Nena News – Faisal
chiede aiuto per girare il corpo martoriato dai pestaggi di un rifugiato senza
vita: «Questa persona è morta mentre attraversava il confine verso la Turchia.
Sai com’è morta? Non per una pallottola, ma per le botte». Lui, siriano, si
trova da mesi al confine per aiutare chi scappa dalla guerra. Il video
pubblicato lunedì da Human Rights Watch è terrificante: si vedono le guardie di
frontiera turche picchiare siriani in fuga, si vedono cadaveri, si sentono le
voci di chi è sopravvissuto e ora racconta gli abusi subiti prima per strada e
poi nelle caserme.
L’organizzazione dà un bilancio degli ultimi
due mesi, marzo e aprile: 5 morti (tra cui un bambino) e 14 feriti.
Sono i numeri della politica di Ankara per gestire il flusso di rifugiati in
fuga dalla guerra civile siriana e di quella dell’Unione Europea che insiste a
descrivere la Turchia come un paese sicuro in cui confinare i
profughi: ad oggi sono 2,7 milioni i rifugiati siriani in territorio turco,
costretti ai margini, tra campi profughi e periferie delle città.
Dall’agosto 2015 le frontiere sono
ufficialmente chiuse e chi riesce ad entrare lo fa con l’aiuto di trafficanti
di uomini o attraversando illegalmente il confine, a rischio della vita:
«Mentre i funzionari turchi dicono di accogliere i rifugiati siriani con confini
aperti e braccia aperte, le loro guardie di frontiera li uccidono e li
picchiano – spiega Gerry Simpson, ricercatore di Hrw – Sparare a uomini, donne
e bambini traumatizzati che scappano da un contesto di guerra è orrendo».
E se con una mano Bruxelles copre i crimini
dell’alleato turco, dall’altra le forze della coalizione occidentale
anti-Isis realizzano il sogno che il presidente turco Erdogan ha nel cassetto
da un po’: una zona cuscinetto al confine con la Siria, ovviamente in
territorio siriano, con cui tenere alla larga i rifugiati e allo stesso tempo
isolare i kurdi di Rojava dal Kurdistan turco. Secondo quanto riportato dal
quotidiano turco Yeni Safak, l’operazione militare è già partita:
l’obiettivo, per ora, è svuotare un’area lunga
Il nord della Siria resta al momento il cuore
dello scontro militare e diplomatico. Aleppo ne è modello e vittima:
dopo aver pianto 300 morti in meno di due settimane, da giovedì la seconda
città siriana vive nel limbo, tra una tregua rinnovata di due giorni in due
giorni e scontri che proseguono in periferia. Lunedì sera, dopo un
incontro a Parigi a margine del meeting delle opposizioni e gli “Amici della
Siria” (Unione Europea, Gran Bretagna, Germania, Italia, Arabia Saudita,
Emirati Arabi Uniti, Qatar, Giordania, Turchia), Stati Uniti e Russia si sono
accordati per prolungare di altre 48 ore il cessate il fuoco su Aleppo.
Poche ore dopo l’esercito del governo di
Damasco ne dava l’annuncio, spostando la lancetta alle 23.59 di oggi, quando –
senza ulteriori accordi – si tornerà a far parlare le armi. È quanto successo
lunedì, giorno di violenza tra una cessazione delle ostilità e l’altra: la
parte nord della città è stata teatro di scontri mentre le due super potenze
ribadivano in Francia l’impegno alla pace. Così Mosca ha fatto sapere che
avrebbe minimizzato le azioni aeree per continuare a colpire i gruppi
esclusi dalla tregua, al-Nusra e
Nelle stanze della diplomazia mondiale si
insiste nel definire la tregua di Aleppo lo strumento per far ripartire il
negoziato di Ginevra, sepolto sotto montagne di precondizioni poste da governo,
opposizioni e rispettivi sponsor internazionali. Ieri il segretario di Stato
A mostrare più coraggio di tutti gli attori
coinvolti è la popolazione civile che tenta di riprendersi Aleppo: nonostante
scontri non troppo sporadici, le famiglie che erano fuggite dalla città tentano
un faticoso ritorno nelle proprie case, le scuole riaprono insieme ai piccoli
esercizi commerciali necessari a mantenere viva una città devastata.
Chiara Cruciati è su Twitter: @ChiaraCruciati