Posted date: August
06, 2016
Il 3 Agosto 2016 è la data che segna il secondo
anniversario dal massacro di Shengal. Abbiamo qui di seguito testimoniato la
resistenza delle donne yezide passo dopo passo. Sono loro che con la loro voce
rivendicano le donne yezide rapite e uccise da
Un grido si è alzato da Shengal la notte
Il mondo intero è stato testimone dell’uccisione
brutale di donne, bambini e anziani massacrati brutalmente dalle milizie di
Non mantennero la promessa
Nonostante avevano promesso di proteggere la popolazione, tutto andò in modo
diverso.
Nuove immagini e documenti ci portano alla conoscenza
La chiusura della strada causò la deportazione di
migliaia di donne yezide e l’uccisione di migliaia di persone per mano di
Le forze HPG -YJA-STAR hanno soccorso la
popolazione
Le HPG (Forze di Difesa
Non dimenticheremo il dolore e il
tradimento
La strada asfaltata che come un serpente nero si avvolge attorno alle Montagne
di Shengal ha visto tanta sofferenza pecorrerla. I vestiti e gli oggetti
abbandonati sulla strada dagli scampati/superstiti (escapist) ci raccontano del
massacro.
I protagonisti del 3 Agosto e i loro soccorritori non
erano ancora stati provati a tal punto.
Ora, le forze peshmerga camminano liberamente nella
Shengal liberata e sembra che niente sia accaduto. C’è un checkpoint dei
peshmerga (Sicurezza Pubblica) ogni cento metri per controllare la popolazione
yezida. Le forze KDP hanno imposto un embargo economico a una popolazione che
ha già patito moltissimo. La popolazione yezida è soggetta alla pressione del
KDP e dell’embargo. Il popolo yezida non dimenticherà questa sofferenza nemmeno
tra mille anni. Non dimenticheranno la sofferenza e il tradimento…
“Proteggerò Shengal”
Le donne yezide si rendono conto dell’importanza dell’auto-difesa per poter
salvare le donne rapite da ISIS e vendicare le persone uccise. Esse hanno
giurato di vendicare le persone uccise. Berivan Sengal ha testimoniato le
pratiche inumane di ISIS il 3 Agosto 2014. E la stessa Berivan, che ha giurato
di vendicare la gente assassinata, ha deciso di prendere posizione e rendere
consapevoli le donne. Berivan ha detto “Ho seguito una formazione ma non è
sufficiente. Devo essere formata per accrescere la consapevolezza delle donne
yezide. Abbiamo bisogno di auto-difenderci. Proteggerò Shengal preparando una
milizia femminile”. Berivan è stata successivamente uccisa durante un
bombardamento operato dalle Forze Armate Turche (TSK).
Berivan Arin è una delle donne che sono diventate
immortali nella memoria per aver partecipato attivamente all’autodifesa delle
donne yezide in seguito agli attacchi da parte di ISIS. Berivan ha testimoniato
che le donne yezide sono state rapite e vendute come schiave. Ha detto: “Sono
talmente adirata che voglio essere una risposta per tutte queste donne. Come
donne yezide dobbiamo organizzarci prima di pensare al pane e all’acqua.
Dobbiamo combattere contro la corruzione e attraverso l’educazione: è l’unico
modo di combattere efficacemente. E’ arrivato il tempo di proteggere noi
stesse. La priorità per le donne yezide è la nostra terra e la nostra cultura”.
L’Assemblea delle donne yezide fondata
sulle montagne di Shengal
Le donne yezide hanno fondato l’Assemblea delle Donne Yezide sui monti di
Shengal il 1 Luglio dello scorso anno tenendo la prima conferenza che ha visto
la partecipazione di 180 delegate. L’ Assemblea delle Donne Yezide ha
organizzato anche il primo incontro il 10 Agosto del 2015. Besê Xıdır Murat ha
lanciato un appello al mondo intero da parte dell’assemblea affermando:
“L’organizzazione è l’unica garanzia per la vita delle donne. Le decisioni
governative che noi abbiamo fronteggiato ci mostrano la realtà. Possiamo
proteggere noi stesse solo organizzandoci. Ci organizzeremo tra noi affinchè
siano vendicate le donne uccise e deportate. Potenzieremo i nostri comitati e
le nostre comuni”.
Le donne osservano un minuto di silenzio
L’Assemblea delle Donne Yezide di Shengal tenutasi il 14 Luglio 2016 ha fatto
appello a tutte le donne nel mondo affinché si riconosca il 3 Agosto come
“Giornata dell’Azione Internazionale contro il femminicidio e il genocidio”. Le
donne in tutto il mondo osserveranno un minuto di silenzio il 3 Agosto alle
11:00.
Nel XXI° secolo il popolo yezida ha affrontato le
atrocità inflitte da ISIS davanti agli occhi di tutto il mondo. “Non
dimenticheremo le donne deportate, la gente massacrata e la sofferenza che
abbiamo patito. Resisteremo anche se solo una di noi resterà viva” hanno
affermato le donne yezide.
Il popolo yezida ha affrontato molte avversità nel
corso della storia. Molte decisioni contro gli yezidi prese dalle autorità o
potentati locali non sono conosciute semplicemente perchè non sono state
scritte. Solo quelle che hanno avuto luogo nella storia più recente sono
conosciute. L’esplosione avvenuta a Girizêr and Sîba Şêxidir nel 2007 fu all’origine
dell’editto del 3 Agosto. All’epoca infatti si cercò di annientare il popolo
yezida. Perciò riconosciamo questa esplosione di violenza come frutto di una
decisione dall’alto e affermiamo che il popolo yeida ha fin’ora subito 74
decreti volti al suo annientamento. Il 3 Agosto 2014 è stato il giorno della
morte. Questo giorno sarà ricordato nella storia come giorno nero. Il mondo
intero è rimasto sordo e immobile verso la sofferenza delle donne yezide.
Nessuno ha prestato orecchio al loro grido e nessuno ha rivolto lo sguardo ai
bambini uccisi. Siamo consapevoli che nessuno può spiegare il dolore vissuto
dall’altro. Tuttavia, parliamo con le donne yezide di quei giorni scuri e
vogliamo condividere le loro storie con voi.
La strada sterrata è diventata il nostro letto e le pietre i nostri
cuscini
Centinaia di yezidi che hanno trovato rifugio sui monti Shengal hanno poi
proseguito a costruire una nuova vita nonostante tutte le difficoltà. Abbiamo
incontrato Esmer Qeroe suo marito Mamê Eliyas mentre camminavamo tra le tende.
Le rughe profonde sui loro volti mostrano le tracce di ciò che hanno affrontato
in quei giorni. Esmer inizia a raccontare: “Ho detto a Eliyas: andiamo via. Non
c’era acqua e faceva estremamente caldo. Prima di lasciare la nostra casa ho
riempito due bottiglie e le ho messe in un sacco. Siamo arrivati a Qeraç e poi
siamo partiti per il vilaggio di Kandil. Arrivammo lì di notte. Mia nipote
portò 5 litri d’acqua. Camminammo per giorni. La strada sterrata era diventata
il nostro letto e le pietre i nostri cuscini. Non ci importa delle difficoltà
estreme che abbiamo dovuto fronteggiare; quello che non dimenticheremo sono i
bambini, le donne e gli uomini catturati e deportati. Noi abbiamo ricominciato
a mantenerci in vita passo dopo passo. Io voglio solo che questa gente fatta
prigioniera sia salvata”.
Poi Elyas inizia a parlare: “Il popolo yezida è stato
sotto la pressione dei turchi e degli arabi sin dal 1166. Il loro proposito era
quello di annientarli ma non saranno mai annientati. Migliaia di persone furono
uccise, deportate e forzate a cambiare religione da ciscun editto delle
autorità. L’ultima volta abbiamo trascorso tre giorni e tre notti sulla strada.
Devono capire che noi non lasceremo mai le nostre terre.”
Xezal Seedo è un’altra donna che porta con se il
dolore del massacro. Xezal dice che il 3 di Agosto fu come la fine dei tempi:
“La moglie di mio fratello prese i suoi bambini e andò a piedi al villaggio di
Zeytûnî mentre noi andammo in centro a Shengal in macchina. Poi andammo a Geliyê
Elî Sorka e iniziammo a scalare la montagna da lì. Non avevo più energie per
scalare la montagna ma riuscimmo ad arrivare a Çilmêra. Dopo essere giunti lì
arrivò mio nipote e ci portò fino a Serdeştê. Furono giorni estremamente
difficili ma non potrò mai dimenticare le madri, le ragazze e le donne che
furono rapite da ISIS. Non dimenticherò mai quello che abbiamo passato.”
“Tahlê è diventata la madre di noi tutti”
Gli yezidi scampati sui monti Shengal hanno raccontato di una madre chiamata
Tahlê. “Tahlê è diventata la madre di noi tutti” ha detto la gente. Abbiamo
ascoltato la storia di Tahlê raccontataci da Leyla Afrid e Xewla Ali: “Siamo
venuti qui il giorno dell’editto. Tahlê si è presa cura di noi. Aveva un
giardino e tutti quelli che erano sopravvissuti a quel giorno vennero nel suo
giardino per prendere ciò di cui avevano bisogno. Se non ci fosse stato quel
giardino molte persone sarebbero morte di fame. Ci furono 300 famiglie e madre
Tahlê fece il possibile per queste persone. Preparò il pane per giorni per la
gente e per i combattenti. Ancora oggi continua ad aiutare la gente.”
“Ho visto bambini morire di fame”
Ogni persona di Shengal ci racconta la propria storia da un diverso punto di
vista. Qualunque sia il loro racconto il loro dolore non è riducibile e
ciascuno ha grande difficoltà nel riuscire a raccontare cosa è accaduto in quei
giorni. Elîf Silêman ha provato a spiegarci cosa successe quel 3 Agosto con
queste parole: “La cosa più dolorosa che ho visto con i miei occhi erano le
donne che non riuscivano a produrre latte per i propri bambini a causa della
carenza di cibo; di conseguenza i loro bambini sono morti di fame. Erano
talmente piccoli che non potevano sopravvivere bevendo solo acqua. Fu una
situazione terribile. I nostri bambini non avevano vestiti né cibo; tuttavia
preferivamo quella vita piuttosto che essere nelle mani di ISIS. Quell’editto è
stato deciso contro la nostra religione. Essere costretti con la forza a
smettere di credere nella nostra religione è peggio che morire. ISIS deve
capire che seguiremo la nostra religione anche se ci uccideranno o ci
opprimeranno. Non lasceremo il nostro credo religioso nemmeno se anche uno solo
di noi sopravviverà. Non siamo stati annientati durante il 74mo editto
pronunciato contro di noi e non lo saremo mai.”
Termineremo la nostra seconda raccolta con la storia
di una donna yezida che fu presa in ostaggio per sei mesi dall’ISIS e riuscì
infine a fuggire. Non useremo il nome di questa donna. Fu presa in ostaggio il
giorno del massacro durante un incidente d’auto. La donna e Lorin, la figlia di
soli due mesi furono separate l’una dall’altra in seguito a quell’incidente. La
madre non seppe se la figlia er ancora viva per mesi. Dopo sei mesi riuscì a
fuggire dalla prigionia di ISIS. Quando rivide la piccola Lorin dimenticò tutto
il dolore che aveva sofferto.
La madre di Lorin ci ha raccontato quello che ha
dovuto affrontare: “Quando gli attacchi iniziarono ci mettemmo in macchina e
cercammo di fuggire da ISIS; purtroppo fummo coinvolti in un incidente stradale.
Molti memnri della nsotra famiglia furono feriti e ISIS ci prese come ostaggi
in questa occasione. Persi la piccola Lorin in quel momento. ISIS ci tenne
prigionieri per sei mesi. Torturarono molte persone davanti a me. La cosa più
orribile che vidi fu che prendevano giovani ragazze e le forzavano a sposarli.
Ci forzarono a rimanere a Koço per tre mesi e poi ci portarono a a Tilefere.
Ovunque ci portavano c’erano madri e ragazze. Torturavano le persone che non
volevano andare con loro. Sono riuscita a ritrovare mia figlia Lorin dopo
essere fuggita da ISIS e non credevo di poter ritrovare mia figlia ancora
viva.”
Un altro gruppo tentò di fuggire da ISIS durante
l’incidente stradale. Una donna del gruppo di nome Xezal Birhîm trovò Lorin.
Xezal disse che Lorin era debole quando la trovò: “Presi Lorin e iniziai a
camminare. Lorin aveva fame e piangeva quando riuscimmo a raggiungere la
montagna. Provai a trovare qualcosa da dare a Lorin, trovai una tazza di zuppa;
non mi ricordo chi me la diede. Le diedi quella zuppa. Ho un figlio e io non
avevo latte. Le notti erano molto fredde. Solo io conosco le difficoltà che
abbiamo dovuto passare. Poi la nonna di Lorin venne e la prese con sé. Spero
che tutte le persone catturate possano essere presto libere. Vogliamo morire
nella nostra terra; no vogliamo vivere in un’altra terra.”
Le donne yezide hanno fatto dei progressi in molte
aree come quella dell’autodifesa e dell’organizzazione dopo il 3 di Agosto.
Abbiamo incontrato il comandante YJS, Hêzda Şengal e Nurê Xidir membro dell’
Assemblea delle Donne Yezide. “Il nemico deve capire molto bene che non
acceteremo più la tirannia” affermano le due donne e fanno appello a tutte le
donne dicendo: “Alzatevi contro la dominazione del sistema maschilista”.
Le donne yezide hanno iniziato a prendere parte alle
unità di auto-difesa e giurano vendetta per gli attacchi condotti a Shengal da
ISIS. Il numero di donne yezide che hanno preso parte alle unità di auto-difesa
è cresciuto di giorno in giorno. Queste donne hanno condotto una resistenza
storica mettendosi sulla liena del fronte. Le Unità delle Donne di Shengal(YJS)
hanno organizzato la loro prima conferenza il 13 e 14 Febbraio sui monti
Shengal. E hanno inaugurato la loro bandiera durante questa conferenza. Mentre
la bandiera delle donne yezide sventolava sui monti Shengal abbiamo parlato con
il comandante delle YJS, Hêzda Şengal, del 3 Agosto e delle donne yezide.
“La lotta ha fatto aumentare la fiducia in
noi stesse”
Hêzda ci dice che le donne yezide non avevano diritti e erano considerate dagli
altri come schiave già prima dell’editto “Ma hanno iniziato a prendere
consapevolezza di sé attraverso la lotta. Hanno capito chi sono i nemici e gli
amici. I nemici ci hanno ingannate per migliaia di anni. Hanno instillato le idee
del capitalismo in noi. Hanno cercato di staccarci dalla nostra religione. La
lotta ha fatto accrescere la fiducia in noi stesse”.
“Vogliamo vendicare il 74° editto contro il nostro popolo”
Hêzda ha sottolineato che le YJS sono state fondate in risposta ai massacri.
“All’inizio le Yjs non furono riconosciute completamente e la partecipazione
non era molta. Ma adesso, le giovani donne yezide si sono unite a noi sempre
più numerose giorno dopo giorno. Le donne si sono unite alle YJS per proteggere
il loro popolo e particolarmente le donne. Come YJS vogliamo vendicare quanto
accaduto con il 74 editto contro gli yezidi. Continueremo la nostra lotta fino
a che riusciremo a salvere tutte le donne e le giovani ragazze rapite da ISIS.
Tutto il popolo yezida e particolarmente le giovani donne devono provvedere
alla propria educazione. Devono formarsi per riuscire ad evitare altri giorni
come quello del 3 Agosto.”
“Non accetteremo più la tirannia”
Nurê Xidir, membro dell’Assemblea delle Donne Yezideci ha spiegato il livello
di organizzazione delle donne yezide. Ci ha detto che il popolo yezida è
diventato bersaglio di attacchi da anni e ha sottolineato di non voler
accettare oltre questi attacchi, non più dopo quanto accaduto durante il 74°
editto. Nurê ha spiegato che come donne yezide, hanno iniziato a formarsi
nell’auto-difesa contro questi attacchi: “Quindi, riceviamo una formazione
ideologica. Se avessimo applicato l’auto-difesa le nostre donne non sarebbero
finite nelle mani di ISIS. Non li lasceremo più attaccarci. Abbiamo annunciato
la nostra assemblea il 29 Luglio 2015. Il nemico deve rendersi conto bene che
non accetteremo più la tirannia”
Appello alle donne: Alzatevi!
Nurê ha inoltre sottolineato i lavori che sono stati messi in atto
dall’Assemblea delle Donne e ha detto: “Stiamo offrendo educazione alle donne
nella loro madre lingua. Molte madri e ragazze non sanno scrivere nella loro
propria lingua. La lingua materna è la cultura di un popolo. A volte facciamo
formazione sulle armi e sull’auto-difesa. Abbiamo provato ad aiutare coloro che
volevano far ritorno nelle proprie terre nei limiti del possibile. Sosteniamo
dei processi diplomatici affinché le donne yezide siano riconosciute a livello
internazionale. Abbiamo tenuto la nostra conferenza in occasione dell’anniversario
del massacro lo scorso anno. Questa conferenza è stata la risposta al nostro
nemico. Potenzieremo la nostra lotta. Il 3 Agosto è un giorno buio e doloroso
per noi. Faccio appello alle donne: Non accettate mai l’ingiustizia. Alzatevi!
Dobbiamo unirci e spezzare il sistema maschilista dominante”.
Jinha
© 2013 UiKi ONLUS Team