09 -08- 2016
L’operazione delle Forze Democratiche
Siriane, guidate dai kurdi dell’Ypg,
si è conclusa: la città al confine con la Turchia,
è libera dall’assedio
di Federica Iezzi
Roma, 9 agosto
2016, Nena News – E’ arrivata alla conclusione
l’Operation Martyr o Commander Faysal
Abu Layla, nella città di Manbij,
ultima roccaforte dell’Isis, a nord
Le Sdf sono entrate nel
centro storico della città, dopo
le incursioni di gran parte delle
zone orientali, occidentali
e meridionali. Liberati
dall’oppressione dell’ISIS anche i villaggi
della Sajur River area, nei pressi della
stessa Manbij. La posizione strategica al confine
con la Turchia e sulla via
per la città di al-Raqqa, ha reso Manbij per più di due anni punto
di passaggio di rifornimenti e di movimento di
armi e di uomini per lo Stato Islamico. Insieme a al-Bab e Jarabulus, Manbij è stato uno dei tre
principali centri di riferimento dell’Isis nel nord
della Siria.
I combattenti delle Forze Democratiche
Siriane, appoggiate dalla coalizione a guida
L’assalto finale da parte dell’SDF
è iniziato lo scorso venerdì, a partire dalla parte ovest
della città, dopo settimane di sbarramento alle vie di rifornimento.
Sono fuggiti dalla città circa 6.000 civili durante i combattimenti. Il portavoce ufficiale dell’Sdf ha annunciato la liberazione di almeno 3.000 civili dall’enclave di Manbij, dopo l’occupazione
dell’al-Jazeera road, che collega i due lati
della città. Salgono così a 40.000 i civili liberati
nell’intera area.
Dopo la perdita del controllo su Tel Abyad durante
lo scorso marzo, con Manbij per l’Isis svanisce un altro importante centro strategico sul confine turco-siriano. Solo due giorni
fa centinaia di civili, così
come alcuni combattenti dell’opposizione, hanno iniziato a utilizzare l’apertura di un nuovo corridoio umanitario per lasciare la città.
Decine di famiglie sono
attualmente confluite nell’area di Abu Qalqal, controllata dall Sdf, a pochi
chilometri dalla diga di Teshreen
sul fiume Eufrate. Ancora
gravi le carenze alimentari e scadenti le condizioni di salute. E si stima che
ancora circa 320.000 persone
siano sotto assedio nell’area di Aleppo.
Hanno avuto già inizio
le discussioni sul futuro sistema politico di Manbij. Una
delle opzioni più dibattute è quella di entrare
nel sistema federale curdo del Rojava. Primi tra
i probemi: coordinare gli aiuti umanitari, supervisionare la ricostruzione e
sostenere le forze di sicurezza. Nena
News