Dopo il
massacro di
AGGIORNAMENTO ore 10 – PARTITA L’OPERAZIONE A
JARABULUS
Jet in cielo e truppe di terra: dopo cinque
anni di guerra civile siriana la Turchia lancia ufficialmente
un’incursione terrestre in Siria. L’obiettivo è Jarabulus, per tutta la notte
colpita dai missili dell’artiglieria ma anche dai raid della coalizione. Sono
gli
L’operazione è cominciata alle due di notte,
ora italiana, con gli F16 turchi e i jet
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di Chiara Cruciati – il Manifesto
Roma, 24 agosto 2016, Nena News – La storia
si ripete ma questa volta la preda è ben altra: Gaziantep come Suruç, due
massacri trasfigurati in surreale giustificazione per operazioni contro la
kurda Rojava. Un anno fa, il 20 luglio 2015, l’uccisione per mano di un
kamikaze dell’Isis di 30 giovani turchi in partenza per Kobane aprì alla
rinnovata campagna militare contro il Pkk.
Oggi è la carneficina di
In risposta a due missili lanciati contro il
sud della Turchia,
Lunedì unità dell’Esercito Libero Siriano e
il gruppo salafita Ahrar al-Sham, notoriamente sostenuti dalla Turchia, hanno
infatti lanciato un’operazione per la ripresa della città. In fretta e
furia, prima che le Ypg kurde – dopo la ripresa della vicina Manbij – si
avvicinino alla comunità considerata da
Un nuovo fronte di guerra è vicino: le
autorità turche hanno imposto ai residenti di Karkamis, città turca che alla
frontiera si specchia con la siriana Jarabulus, di evacuare e predisposto
autobus per portarli fuori dalla città.
Si riuniva nel frattempo, per la seconda
volta dal tentato golpe del 15 luglio, il Consiglio Supremo Militare che ha mandato
in pensione altri 584 colonnelli e deciso di utilizzare per l’aviazione
militare i piloti civili della Turkish Airlines: la vasta campagna di purghe
contro l’esercito gli ha tagliato sia la testa che le braccia, costringendo le
forze armate a presentarsi indebolite all’appuntamento contro Rojava.
Così per centrare l’obiettivo Jarabulus 1.500
miliziani siriani (secondo un funzionario appartenenti all’Esercito Libero) si
sono riuniti a
Dopotutto non c’è memoria di concrete
offensive delle opposizioni siriane nei confronti dello Stato Islamico, né
tanto meno di operazioni della Turchia, ora improvvisamente preoccupata dalla
presenza islamista.
E mentre il governo di Damasco raggiungeva
con le Ypg il cessate il fuoco ad Hasakah dopo sei giorni di scontri, è
dall’Iran che giungono rapporti volti a preparare il terreno contro l’autonomia
kurda: secondo l’agenzia di Stato Fars, il Pkk e il suo braccio
siriano collaborano con l’ex al-Nusra in chiave anti-governativa. Uno scenario
campato in aria ma che serve a Teheran per posizionarsi sulla linea
Le azioni militari di
Una strategia efficace che innalza a livelli
esponenziali la confusione dell’opinione pubblica e di conseguenza la paura,
regalando al governo mano libera nella reazione. Come spiegava bene ieri in un
editoriale il New York Times, una figura divisiva come Erdogan
ha trovato la ricetta per l’unità nazionale: il mix di paura per
l’instabilità, laico timore per i movimenti islamisti e terrore di essere
accusati di complicità ha fatto salire al 68% il livello di gradimento
Avere tanti nemici rafforza i piani
Proprio ieri si è aperta nel paese la visita
dei diplomatici ed esperti statunitensi chiamati ad analizzare insieme alla
controparte turca la richiesta di estradizione dell’imam, ex alleato
Da tempo la Turchia preme sull’alleato perché
gli consegni l’imam, da anni in auto-esilio in Pennsylvania. Ieri in
serata
Chiara Cruciati è su Twitter: @ChiaraCruciati