31 -08- 2016
Ieri
pomeriggio la coalizione anti-Isis ha annunciato un cessate il fuoco di due giorni
tra esercito turco e Ypg kurde. Ma poco dopo
AGGIORNAMENTI
ore 12 –
Il governo turco ha questa mattina smentito
l’annuncio di tregua che ieri era stato dato dal portavoce statunitense della
coalizione anti-Isis e subito rilanciato dalle Ypg kurde. Il ministro per gli
Affari con la Ue ha negato la cessazione delle ostilità: “Non accettiamo in
nessuna circostanza un compromesso o un cessate il fuoco con elementi kurdi”.
Poco dopo l’ambasciatore
ore 10.30 – LA CESSAZIONE DELLE OSTILITA’ NON
REGGE
Poche ore dopo l’annuncio di una tregua,
seppur “approssimativa”, tra forze turche e kurde, sono ricominciati gli
scontri a ovest di Jarubulus. Un raid di Ankara ha colpito dopo aver fatto
sapere che tre soldati erano stati feriti dal lancio di un missile.
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di Chiara Cruciati – Il Manifesto
Roma, 31 agosto 2016, Nena News -Nessuna
parata militare in grande stile quest’anno: il Giorno della Vittoria,
immancabile occasione per celebrare le radici
Non che il presidente Erdogan, che con lo
stato di emergenza ha posto esercito e servizi sotto il proprio diretto
controllo, non voglia risollevare le sorti dei militari. Per farlo ne esalta le
gesta nel nord della Siria, facendo leva sulla facile propaganda della lotta al
terrorismo.
Peccato che – di nuovo – a scontrarsi
contro l’Isis non siano le truppe turche penetrate, per la prima volta
ufficialmente, in territorio siriano ma i kurdi delle Ypg. Ovvero
quelli a cui danno la caccia da una settimana i sempre più numerosi carri
armati di
Nel pomeriggio di ieri è, però, giunta la
notizia di un accordo di cessate il fuoco tra le Forze Democratiche Siriane,
Sdf, e l’esercito turco. A renderlo noto è stato il colonnello
Thomas, portavoce del Comando Centrale della coalizione anti-Isis: «Nelle
ultime ore abbiamo ricevuto l’assicurazione di tutte le parti coinvolte di una
cessazione delle ostilità così da focalizzarsi sulla minaccia
Thomas ha poi specificato che l’accordo è
stato frutto della mediazione
Una risposta diretta proprio alle
recriminazioni degli Usa che, dopo aver sostenuto l’inaugurazione
dell’operazione Scudo dell’Eufrate, lunedì hanno tolto l’appoggio. A
monte sta l’obiettivo reale dell’offensiva, che la Turchia non ha comunque mai nascosto:
le truppe turche e i miliziani delle opposizioni siriane (Esercito Libero in
prima linea, ma anche gruppi turkmeni e islamisti) si stanno velocemente
muovendo verso sud-est. Presa Jarabulus, frontiera nord-occidentale, i
“ribelli” siriani minacciano Manbij.
Ironia della sorte, se si trattasse davvero
di coincidenze, mentre i bulldozer militari di Ankara sono impegnati
alla frontiera con Rojava a costruire un muro che separi i cantoni turchi dal
Kurdistan turco, a combattere lo Stato Islamico sono ancora le Ypg alla testa
delle Sdf, la ricca federazione di kurdi, arabi, circassi, turkmeni e
assiri che sta ripulendo il nord della Siria dalla presenza Isis (il nemico che
in teoria era la ragione scatenante l’operazione Scudo dell’Eufrate): a sud
ovest di Manbij, liberata dall’occupazione islamista il 12 agosto, ieri si sono
registrati scontri tra Sdf e sacche islamiste, fa sapere Shervan Darwish,
portavoce Sdf.
Le Sdf hanno difeso alcuni villaggi del
distretto di Manbij, attaccati con almeno tre autobombe dall’Is: gli
islamisti, dice Darwish, hanno approfittato degli scontri in corso con le
opposizioni siriane e che hanno indebolito le difese delle Sdf. Nel pomeriggio
l’assalto del “califfato” non era ancora cessato, ma i jet Usa erano
intervenuti a difesa degli alleati a terra. La posizione di
Chiara Cruciati è su Twitter: @ChiaraCruciati