KALKINMA MERKEZÝ DERNEÐÝ
( Centro per lo Sviluppo )

 

“Sviluppo rurale nei villaggi di Eðil / Diyarbakir:

Tentativo di sviluppare un modello”

 

( Diyarbakýr / Eðil Köylerinde Kýrsal Kalkýnma:

Bir Model Geliþtirme Çabasý )
 

http://www.kalkinmamerkezi.org

 

INDICE :

 

Prefazione

Retroterra

Riassunto del Progetto

Attività del Progetto

Modello

Valutazione dell’impatto sociale

Esperienze del Progetto

Centro per lo Sviluppo

 

PREFAZIONE

 

Voglio sottolineare l’importanza di aver sviluppato un programma di sviluppo rurale della durata di tre anni nei villaggi di Yatýr e Baysu come pure in due paesini adiacenti a tali villaggi, comprendenti una popolazione di duemila abitanti nel distretto di Eðil, in provincia di Diyarbakýr, in un’area relativamente sottosviluppata di una provincia relativamente sottosviluppata. Il progetto ha comportato attività che possono essere sinteticamente definite come rivolte a “migliorare la qualità della vita in aree rurali”. Vale a dire, il progetto non ha previsto solo analisi conoscitiva, acquisizione di consapevolezza ed attività dimostrative per incrementare i redditi degli abitanti locali, ma ha incluso anche training, corsi, escursioni e gruppi di lavoro per aiutare la popolazione locale ad incrementare la propria ricchezza, la propria educazione ed il proprio livello di socializzazione, in quanto persone sensibili al proprio ambiente naturale immediatamente circostante ed al suo sviluppo.

Per molte persone, lo sviluppo rurale è concepito come l’introduzione di nuovi metodi di produzione e di nuove tecniche per aumentare i raccolti agricoli e l’allevamento del bestiame; l’uso di moderne tecnologie in agricoltura; l’implementazione di un utilizzo più efficiente di risorse scarse, e il sempre maggiore orientamento della produzione verso il mercato. In altre parole, si pensa a null’altro che ad attività miranti tutte all’incremento della produzione economica e del reddito. In realtà, lo sviluppo rurale ha un significato più ‘olistico’, che include uno sviluppo integrale e completo, con miglioramenti e progressi nel campo sociali e nel campo culturale non meno che in quello economico.

Questo progetto sviluppa un programma che copre tutte le componenti dello sviluppo.

Le attività sono state tali da preparare il terreno affinché tutte le componenti dell’area coinvolta (uomini, donne, bambini, anziani, disabili) potessero vedere soddisfatti i propri bisogni elementari attraverso un miglioramento della qualità della vita. Uno dei fattori che determinano l’importanza di questo progetto è che esso è stato sviluppato in un’area rurale trascurata da molti soggetti, ivi incluse le organizzazioni non governative (ONG), a causa di alcune sue caratteristiche che si ritiene rendano difficile effettuare interventi e raggiungere risultati positivi.

Questo libro è uno dei più importanti risultati del progetto. Il libro mira a contribuire alla ‘ripetibilità’, e la ripetibilità è appunto una delle principali caratteristiche del progetto. In altri termini, il progetto mira a servire come un modello. In effetti, osservando alcune altre organizzazioni non governative che hanno iniziato a condurre simili attività in altre aree sotto l’impatto di questo progetto, si ha la dimostrazione che questo progetto è stato effettivamente assunto come un modello per essere replicato.

Siamo grati ad Ayþen ÖZYEÐÝN per aver ispirato l’idea di un progetto sull’ “incremento delle potenzialità rurali”, e per aver fornito fondi per la sua realizzazione ed alla Fondazione CHREST, ed alla Fondazione “Heinrich Böll Stufting”, che hanno sostenuto il “Centro per lo Sviluppo” con una forte fiducia nella sua riuscita. Rivolgiamo i nostri ringraziamenti anche a tutti gli altri, inclusa l’equipe del progetto ed i membri del “Centro per lo Sviluppo”, che si sono così prodigati per il successo del progetto.

 

Niyazi KAVAR

Presidente del Governatorato

 

RETROTERRA

 

La Turchia rurale è una delle componenti più trascurate del nostro Paese. Oltre ad essere decisamente trascurata dal governo, le aree rurali non presentano attrattive anche per molte organizzazioni non governative. E’ un dato di fatto che ci sono davvero poche organizzazioni non governative in Turchia che si dedicano alle aree rurali.

Alcuni programmi per lo sviluppo ed il rafforzamento del settore rurale sono attualmente sviluppati con il contributo sia dei fondi governativi che di quelli internazionali. Comunque, questi programmi spesso non riescono a raggiungere i risultati ed i cambiamenti desiderati, a causa del fatto che essi sono di breve durata, restringono il loro campo d’intervento alla sola produzione materiale e non prevedono nessuna partecipazione attiva da parte dei gruppi sociali destinatari dei progetti. Altri fattori che ostacolano la buona riuscita sono costituiti dal fatto di trascurare le strutture sociali tradizionali, le relazioni umane ed il plurisecolare bagaglio di esperienza di produzione accumulato dalle comunità locali. Approcci che puntano al cambiamento basato sulla sola produzione materiale senza prendere nella dovuta considerazione la struttura sociale esistente, e che sono sprovvisti di una prospettiva ‘olistica’, non conseguono i risultati attesi malgrado il loro concentrarsi su singoli aspetti.

In considerazione delle limitate possibilità di creazione di nuovi posti di lavoro nelle regioni sottosviluppate come l’Anatolia sud-orientale, nonché la situazione del settore rurale, è di vitale importanza sviluppare politiche volte a sostenere i piccoli agricoltori, all’opposto di quanto invece attuato dalle politiche di corto raggio adottate da molto tempo a questa parte. Occorrono politiche che non siano limitate al sostegno agricolo, ma che siano dei progetti e dei programmi integrati e pluridimensionali, di medio e lungo periodo, che tengano il dovuto conto della vita rurale con tutte le sue componenti.

Le convenzionali teorie dello sviluppo del capitalismo si rivelano inadeguate nell’assicurare lo sviluppo regionale, nel trovare soluzioni al problema della disoccupazione, nell’affrontare le diseguaglianze della distribuzione del reddito e la povertà. Di conseguenza, noi riteniamo che nella sfera locale sia possibile realizzare lo sviluppo umano tramite approcci ‘olistici’, che coprano tutte le dimensioni della vita senza limitare il proprio campo di attenzione esclusivamente sulla dimensione economica.

Questo progetto condotto da parte del “Centro per lo Sviluppo” è stato concepito e messo in atto fondendo l’esperienza passata con le situazioni dei nostri giorni ed assicurando la massima partecipazione attiva da parte dei gruppi sociali destinatari del progetto. Con questo progetto, che abbraccia tutte le componenti cruciali della vita rurale, il nostro obiettivo è stato di mettere sul campo un modello che possa essere adottato anche da parte di altre iniziative. Ci siamo riproposti anche di presentare una guida sia per le istituzioni governative che per le organizzazioni non governative che lavorano sullo stesso terreno, mostrando positivi e costruttivi esempi di cooperazione.

Crediamo di aver portato a termine un lavoro che può essere assunto come un modello e riprodotto altrove.

 

==

 

INCREMENTO DELLE POTENZIALITA’ NELLE AREE RURALI

 

RIASSUNTO DEL PROGETTO

 

Il Progetto “Incremento delle potenzialità nelle aree rurali” è stato concepito da parte del “Centro per lo Sviluppo” con lo scopo di sviluppare un modello di sviluppo rurale sostenibile. L’area di sviluppo del Progetto comprende i villaggi di Yatýr, Ordular, Baysu e Polatlar, nel distretto di Eðil della provincia di Diyarbakýr, ed il periodo di sviluppo del Progetto è di tre anni.

 

1- SCOPO DEL PROGETTO E RISULTATI ATTESI:

 

Innanzitutto, il Progetto aspira a sviluppare le aree rurali in un’ottica ‘olistica’ attraverso il miglioramento della qualità della vita della popolazione che risiede in tali aree.

Esso mira a promuovere molteplici iniziative di incremento delle potenzialità, di aumento delle risorse esistenti e di crescita del reddito che possa stimolare la nascita di nuove attività. Suscitando incrementi significativi nei redditi familiari, viene migliorata la qualità della vita.

La crescita della autoconsapevolezza sui temi dell’emancipazione femminile e dell’uso delle risorse ambientali occupa un posto di rilievo all’interno del progetto.

 

OBIETTIVI DEL PROGETTO

 

> Incremento delle potenzialità (capitale umano)

> Incremento del reddito familiare (tramite la promozione della produzione orientata al mercato, l’utilizzo di tecniche progredite e di nuove tecnologie, l’uso effettivo e sostenibile delle risorse disponibili)

> Organizzazione (la creazione di enti organizzati come: cooperative, comitati di villaggio, fondazioni, etc., atti a promuovere l’uso di attrezzature collettive)

> Incremento dell’accesso alle risorse pubbliche

> Consapevolezza dei fattori ambientali durante l’espletamento delle attività produttive

> Riproducibilità / ripetibilità

> Un modello di sviluppo sostenibile

 

Il Progetto mira ad un incremento misurabile nella qualità globale della vita in tali villaggi.

E’ stato previsto che l’efficienza della produzione agricola vegetale corrente aumenterà del 20%, la mortalità del bestiame diminuirà del 15%, la produttività del bestiame aumenterà del 20%, gli agricoltori produrranno una media  di 100 tonnellate di alimenti all’anno con le unità di alimentazione recentemente introdotte, la coltivazione di ortaggi ammonterà  a 5.000 kg per anno con la creazione di serre, il numero di nuclei familiari impegnati nella produzione agricola resa possibile dall’implementazione dell’irrigazione aumenterà del 20%, le vendite della produzione destinata al mercato aumenteranno del 50%, saranno creati comitati di villaggio, saranno istituiti ed addestrati dirigenti di villaggio (sia maschi che femmine) in tutti i villaggi, le donne conseguiranno la propria emancipazione, l’utilizzo dei servizi pubblici e degli aiuti pubblici aumenterà del 50%, ulteriori miglioramenti saranno conseguiti per i nuclei familiari nei campi dell’abitazione, dell’alimentazione, del benessere e della ricchezza materiale.

Accanto ai miglioramenti appena menzionati su scala locale (microlivello), verrà altresí istituito su scala globale (macrolivello) un “modello di sviluppo rurale” atto ad essere applicato altrove ed a diffondersi. Il principale obiettivo è quello di poter aver introdotto – al momento del compimento del progetto – un modello la cui applicazione possa essere estesa in modo più ampio nella regione.

 

2 – CONDIZIONE ATTUALE DELL’AREA DEL PROGETTO

 

L’area del progetto comprende quattro villaggi collocati in un bacino fluviale. In questi villaggi risiede un totale di 206 nuclei familiari, con 1379 persone; la consistenza media di ciascun nucleo familiare è di 6,7 persone. Una parte significativa della popolazione è composta da giovani in cerca di occupazione. All’interno dell’area del progetto, il livello di alfabetizzazione è del 70-80% tra la popolazione maschile, ed al disotto del 50% tra la popolazione femminile. In questi villaggi la principale fonte di reddito è costituita dall’agricoltura vegetale (cereali, cotone, etc.), dal lavoro mobile e temporaneo, e dall’allevamento del bestiame.

Assumendo come soglia della povertà l’ammontare di 549 YTL / TRY (Nuove Lire Turche), come dichiarato dall’Istituto Turco di Statistica, si può osservare che praticamente tutti i residenti nelle aree qui in questione vivono al di sotto della soglia di povertà, mentre un 30% vive al di sotto della soglia della fame.

Una parte del territorio ha beneficiato dell’irrigazione proveniente dalla diga di Dicle nel 3002. La coltivazione del cotone nei territori irrigati e la coltivazione dei cereali nei territori non irrigati continua ad essere condotta mettendo in atto i metodi convenzionali. Una considerevole porzione dell’area è danneggiata dalle tecniche di irrigazione correntemente utilizzate, in quanto esse provocano una rilevante erosione dovuta alla conformazione del terreno, caratterizzata dalla sua diffusa pendenza.

La maggior parte della produzione, eccezion fatta per il cotone, viene consumata all’interno dei nuclei familiari. Comunque, gran parte delle attività produttive hanno livelli di produttività assai scarsi, a causa dell’insufficienza di conoscenza e di competenza, e dell’uso di tecniche e tecnologie inappropriate.

In conseguenza di questi tassi di produttività bassi, i nuclei familiari non sono in grado di incrementare in modo significativo le loro attività produttive attuali, e così le tradizionali usanze di produzione permangono. A causa dei bassi livelli di reddito e dell’alta densità di popolazione, la maggioranza dei nuclei familiari è soggetta a migrazioni temporanee o permanenti. Sebbene esista una quantità discretamente notevole di bestiame, il reddito generato da tale bestiame resta alquanto basso, a causa della loro conformazione genetica che li predispone ad una bassa produttività.

 

3 – ATTIVITA’ PREVISTE DAL PROGETTO

 

> Presentazione del Progetto e visite alle istituzioni

> Analisi dettagliate dell’area del Progetto, e programmazione di quanto necessita

> Identificazione degli educatori e redazione dei programmi di formazione

 

Programmi di Educazione Generale: Alfabetizzazione, educazione sanitaria, salute della maternità e dell’infanzia, diritti umani e diritti civili, diritti delle donne, utilizzo sostenibile delle risorse naturali.

 

Programmi educativi concernenti la produzione:

Uso del territorio, valutazione del prodotto, effettuazione dei raccolti, tecniche di produzione, lotta contro le malattie, programmazione della produzione e recenti tecniche produttive, uso della tecnologia.

> Formazione dei dirigenti locali

> Visite educative a Progetti esemplari

> Incremento delle attività per il progresso della produzione e per l’aumento dei mezzi di sussistenza

- Iniziative sull’allevamento del bestiame

- Iniziative sulla produzione agricola vegetale:

- Agricoltura vegetale

- Agricoltura campestre

- Viticultura / Frutticoltura

- Lotta contro le malattie

- marketing e pianificazione della produzione

> Attività di supporto finalizzate all’accesso alle risorse pubbliche e ad altre risorse.

Il bilancio preventivo totale del Progetto è di di 362.675 dollari.

==

 

ATTIVITA’ DEL PROGETTO

 

1 – ATTIVITA’ DI FORMAZIONE

 

Le attività di formazione condotte nell’ambito del progetto sono raggruppate nelle categorie della formazione generale, della formazione per la produzione, dei corsi di alfabetizzazione, dei corsi di computer per i giovani, e visite di formazione e di studio. La formazione è stata impartita in modo teorico e/o pratico a seconda della natura degli argomenti e delle esigenze della formazione.

Il contenuto della formazione è stato determinato in considerazione del livello esistente nei gruppi sociali destinatari del progetto, ed è stata assegnata una particolare rilevanza all’uso di materiale visivo e stampato durante le attività formative. La durata delle attività formative ed il tempo dedicato a ciascuna sessione di formazione sono stati determinati rispetto all’intensità di lavoro dei tirocinanti, in modo da massimizzare la partecipazione.

In modo particolare nella formazione rivolta alle donne, il mezzo di comunicazione usato durante la formazione è stato la lingua kurda, poiché la loro madre-lingua è il kurdo, ed esse non sono in grado di comprendere la lingua turca. Gli edifici scolastici, le moschee dei villaggi, come pure abitazioni private provviste di spazi adeguati, sono stati scelti come luoghi di svolgimento delle attività di formazione.

Durante le attività di formazione, sono stati impiegati anche specialisti provenienti dall’esterno dell’organizzazione (“Centro per lo Sviluppo”), mentre l’equipe del Progetto si cimentava anche con nuove tematiche di formazione, in relazione alle necessità che emergevano di volta in volta.

 

1.1 Formazione generale

 

La formazione raggruppata in questa categoria si è svolta in quattro ubicazioni dell’area coinvolta nel progetto.

A seconda dell’argomento della formazione, venivano coinvolti i gruppi sociali destinatari attinenti (per esempio, secondo l’età, il genere, etc.).

I gruppi di formazione sono stati costituiti di ampie o piccole dimensioni a seconda dell’argomento della formazione.

 

La formazione ha riguardato i seguenti principali temi:

> Salute infantile (importanza dell’igiene personale ed ambientale, servizi sanitari preventivi, pronto soccorso)

> Adolescenza (sviluppo adolescenziale e problemi ad esso relativi)

> Salute familiare (igiene ambientale e sua importanza, servizi sanitari preventivi, salute connessa alla riproduzione e periodo adolescenziale, pronto soccorso, effetti negativi del sovraccarico di lavoro sullo sviluppo infantile)

> Alimentazione (nutrizione equilibrata, preparazione dei cibi, cottura, igiene alimentare, conservazione dei cibi)

> Risorse naturali e loro uso sostenibile

> Acquisizione di autoconsapevolezza a livello comunitario

> Corsi di acquisizione di competenze sull’informatica e sul trattamento degli alimenti.

 

1.2 Formazione per la produzione

 

Sono stati impartiti ai gruppi sociali destinatari del progetto dei corsi di formazione relativi all’allevamento del bestiame, e si è trattato per lo più di corsi di natura applicata e pratica. Essi sono stati programmati in corrispondenza con le particolari stagioni produttive.

 

Gli argomenti di formazione sono stati i seguenti:

miglioramenti delle tecniche di produzione;

pianificazione della produzione;

preparazione del terreno per la produzione;

semina e piantamento, irrigazione, concimazione e lotta contro le malattie e le infestazioni;

vaccinazioni;

raccolti;

incremento della quantità e della qualità della produzione;

immagazzinamento, trasporto e commercializzazione;

e registrazione.

 

La formazione sull’allevamento del bestiame è stata focalizzata su:

medicina preventiva (vaccinazioni, lotta contro i parassiti);

importanza delle condizioni ambientali nell’allevamento del bestiame (stalle, risorse nutritizie, preparazione degli alimenti e nutrizione);

produzione di messi di foraggio;

produzione ed uso di foraggio per depositi, silos etc.;

miglioramento genetico degli animali di grossa taglia;

miglioramento delle stalle per gli animali;

produzione del latte, mungitura, commercializzazione del latte;

e meccanizzazione nell’allevamento del bestiame.

(Tabella 1)

 

Nelle attività dimostrative c’è stato un primo sforzo di presa di consapevolezza, seguita da formazione teorica. Una parte della formazione relativa all’allevamento del bestiame ed alla produzione di messi è stata impartita dall’equipe del progetto.

 

1.3 Corsi di alfabetizzazione

 

Sebbene non inclusi nelle attività del progetto originale, dei corsi di alfabetizzazione sono stati organizzati ed impartiti nei villaggi di Yatýr e Baysu e nel paesino di Polatlar su richieste provenienti dalle donne del posto. I corsi di alfabetizzazione sono stati organizzati ed impartiti in cooperazione con la “Direzione di Educazione per Adulti” di Eðil, e con l’AÇEV, “Fondazione Sanitaria per la Maternità e l’Infanzia”. Poiché non c’era nessun altra sede disponibile, la formazione nel paesino di Polatlar si è svolto in una vecchia casa all’uopo restaurata. Questi corsi, con la cadenza di due giorni alla settimana, sono continuati per tre mesi.

Poiché non c’era in Polatlar nessuna sede appropriata per la formazione, la popolazione locale ha restaurato un edificio fatiscente e privo di tetto, e ne ha reso possibile l’utilizzo come luogo per la formazione. Poi è stata collocata una tenda come tetto per trasformare l’edificio in una classe.

I banchi, i tavoli e la lavagna per la classe sono stati forniti dalla “Direzione di Educazione per Adulti” di Eðil. Durante la primavera e l’estate la formazione è continuata all’aperto, rendendo necessaria una sistemazione sotto gli alberi.
Nei corsi di alfabetizzazione, è stato utilizzato il programma di formazione dell’AÇEV (“Fondazione Sanitaria per la Maternità e l’Infanzia”), e gli educatori sono stati forniti da tale medesima istituzione, mentre il “Centro per lo Sviluppo” ha provveduto al coordinamento ed al trasporto degli educatori.

Alla fine del corso è stata organizzata una cerimonia di conferimento dei diplomi, con la partecipazione del governatore distrettuale, del direttore dell’Educazione per Adulti del distretto, del direttore dell2Agricoltura, della fondazione Chrest, dell’AÇEV, dell’equipe del “Centro per lo Sviluppo” e degli allievi del paesino di Polatlar. C’erano 98 nallievi nel corso di alfabetizzazione, e 75 di essi hanno conseguito il diploma di alfabetizzazione.

(Tabella 1)

 

1.4 Corsi di computer per i giovani

 

Alcuni giovani che abitano nell’area del progetto nei mesi estivi si recano a lavorare nelle località turistiche. Al momento, in tali località i giovani della nostra area erano impiegati come addetti alla raccolta dei rifiuti, o come lavoranti nelle cucine; essi dichiararono all’equipe del progetto che avrebbero preferito trovare nell’ambito del lavoro turistico degli impieghi più qualificati, e così espressero il desiderio che venissero istituiti corsi di computer.

In seguito a questa richiesta, venne organizzato nel centro del distretto di Eðil un corso di computer per 22 allievi, in collaborazione con il Centro per l’Educazione degli Adulti di Eðil. Mentre la sede del corso di formazione e gli educatori vennero messi a disposizione dalla Direzione dell’Educazione per Adulti, il bilancio preventivo del Progetto venne utilizzato per provvedere al trasporto dei partecipanti dai villaggi al centro distrettuale (Eðil) e per il loro ritorno ai villaggi. Questo corso di formazione è durato due mesi. I 22 partecipanti hanno ricevuto la consegna del loro diploma in una cerimonia alla quale ha partecipato anche il governatore di Eðil.

(Tabella 1)

 

1.5 Visite di formazione

 

I contadini sono maggiormente colpiti da ciò che essi possono vedere ed osservare di persona. Così sono stati organizzati viaggi con visite di formazione per consolidare le acquisizioni della formazione teorica e pratica e per rendere possibile ai partecipanti osservare da vicino altre attività e condividere la loro esperienza.

 

*-*-*

 

Luoghi ed attività visitati

 

ANNO 2007

 

1º Visita – Questo viaggio di visita è stato finalizzato all’osservazione delle attività nella coltivazione di ortaggi e nella frutticoltura. Il luogo visitato è stato il villaggio di Elvendi nel distretto di Çýnar, dove i partecipanti hanno incontrato agricoltori impegnati nella produzione di cavolfiori, broccoli, cipolle e spinaci. Il successivo luogo visitato durante questo viaggio è stato un frutteto di mandorli dell’estensione di oltre 1.500 decare [decara = mille metri quadri] a Kumrulu, un villaggio del distretto di Bismili, come pure campi di cereali nel medesimo distretto..

Numero dei partecipanti: 25 persone

 

2º Visita – Nel contesto dell’allevamento del bestiame, i luoghi visitati sono stati l’Impresa Agricola di Ceylanpýnar ed il Ranch di Harran (Koç-Ata), dove sono state messe in atto osservazioni sull’allevamento intensivo.

Numero dei partecipanti: 20 persone.

 

ANNO 2008

 

1º Viaggio – Yeþildere (distretto di Oðuzeli, provincia di Gaziantep) è stato visitato per la posizione di rilievo che occupa nella regione in relazione alla frutticoltura, ivi inclusi soprattutto i melograni. Attorno al medesimo insediamento sono stati visitati anche delle imprese di allevamento del bestiame, di viticoltura, coltivazione in serre, vivai e coltivazione del pistacchio. Questo viaggio di formazione è stato finalizzato allo scambio di idee ed esperienze tra agricoltori.

Numero di partecipanti: 18 persone

 

2º Visita – E’ stata ideata per osservare imprese impegnate nella orticoltura e frutticoltura e nell’allevamento del bestiame, e per sviluppare una conoscenza generale sul lavoro in tali imprese. Durante questo viaggio è stata visitata anche la Fiera agricola di Adana, e gli agricoltori visitatori sono stati informati su nuove tecniche e tecnologie, imprese, loro produzioni. Il viaggio di formazione ha coinvolto anche le attrezzature agricole “Beta” nel villaggio di Gökbuket, presso Adana, l’impresa agricola Çukurova a Ceyhan ed i frutteti della ditta Alara.

Numero dei partecipanti: 17 persone

 

ANNO 2009

 

1º Visita – Viilaggio Cumhuriyet: è stata visitata la Cooperativa di Sviluppo Agricolo nel villaggio Cumhuriyet, in provincia di Diyarbakýr. Durante questa visita sono state raccolte informazioni sui principali campi di attività di tale cooperativa, i suoi metodi di lavoro, i benefici e le opportunità procurati ai membri della cooperativa, le fonti di reddito, la commercializzazione del latte ed i futuri piani di investimento. C’è stato anche uno scambio di esperienze su temi relativi all’allevamento del bestiame.

Numero dei partecipanti: 19 persone

 

2º Visita – Elazýð-Malatya: è stato vistato un vigneto installato dalla ditta Kavaklýdere. L’equipe tecnica che ha accompagnato i visitatori ha fornito informazioni riguardo ai vantaggi del metodo a ‘filare’ adoperato in tale impresa, alla terapia per combattere le malattie delle piante, alle pratiche di coltivazione, ed una particolare attenzione è stata riservata alla cosiddetta “potatura verde”.

Le informazioni raccolte durante la visita all’Istituto di Ricerca sulla Frutta di Malatya hanno incluso: elementi di conoscenza di base da tener presenti durante l’installazione di nuovi frutteti; potatura ed irrigazione nei frutteti di albicocche; uso dello zolfo nella coltivazione delle albicocche, ed inoltre, riguardo ai frutteti di mele, noci, ciliegie e bacche, sia i loro metodi di installazione che i loro vantaggi economici.

Abbiamo anche visitato l’impresa agricola e gli stabilimenti di allevamento del bestiame di Sultansuyu, per osservare la mungitura bovina, l’alimentazione bovina, la preparazione ed il razionamento degli alimenti, l’alimentazione dei vitelli, la produzione di messi da foraggio, la produzione e l’uso di foraggi per depositi e silos. Inoltre, un’equipe tecnica ci ha fornito informazioni sulla preparazione di sementi da grano, orzo e veccia.

A Malatya abbiamo anche visitato una impresa privata di ingrasso. Il direttore dell’impresa ha fornito ai visitatori informazioni sull’alimentazione degli animali specialmente in relazione al loro ingrasso, e sull’alimentazione meccanizzata.

Numero dei partecipanti: 14 persone.

 

3, Visita – Questo viaggio di un solo giorno a Diyarbakýr è avvenuto con la partecipazione delle donne provenienti dai villaggi di Yatýr, Baysu e Ordular. Ci sono state visite alle località storiche nonché ad alcune associazioni femminili, incluse la Casa delle Donne Kardelen nella circoscrizione di Baðlar, l’Associazione delle Donne  Ceren, il Parco delle Donne Ekin, la Biblioteca delle Donne, il Centro di Servizi Sociali del Sümer Park, le mura della città (bastione Keçi) ed il Palazzo Gazi.

Numero dei partecipanti: 17 persone.

 

Organismi partners nelle attività di formazione:

 

> Fondazione per la Formazione per la Maternità ed Infanzia (AÇEV)

> Direzione dell’Agricoltura di Diyarbakýr, Sezione della Formazione degli Agricoltori

> Centro sanitario della Municipalità metropolitana di Diyarbakýr

> Centro per gli Studi sulla Questione Femminile della Municipalità metropolitana di Diyarbakýr (DIKASUM)

> Camera dei Dentisti di Diyarbakýr

> Imprese pubbliche e private visitate durante i viaggi di formazione.

 

2 – ALLEVAMENTO DEL BESTIAME

 

2.1 Lotta contro le malattie degli animali

 

E’ stata attribuita considerevole importanza all’effettuazione di interventi di terapia preventiva nella lotta contro le malattie degli animali. Per questo scopo, le stalle degli animali sono state sottoposte ad un trattamento sanitario contro i parassiti interni ed esterni. Gli agricoltori locali sono stati informati a proposito di malattie degli animali quali l’afta epizootica, la brucellosi e l’ enterotoxaemia, che erano assai diffuse nella regione, e sono stati mobilitati per regolari vaccinazioni. Durante i primi due anni del progetto, è stato fornito sostegno per le vaccinazioni di 1.362 animali di grossa taglia e per 2.485 animali di piccola taglia, mentre nel terzo anno sono stati utilizzati i mezzi di provenienza governativa.

La lotta contro le malattie degli animali è stata condotta in collaborazione con la Direzione dell’Agricoltura del distretto di Eðil.

 

2.2 Miglioramenti nelle stalle degli animali

 

I ricoveri per gli animali che esistono nei villaggi del progetto sono per lo più stalle dotate di soffitti bassi, poco aerate e poco illuminate, non idonee alla salute degli animali. Di conseguenza ci sono frequenti problemi di salute tra gli animali, che provocano il calo della loro produttività e talvolta la loro morte.

Il progetto ha perciò assegnato importanza al miglioramento delle stalle ed ha sostenuto lavori di miglioramento in 18 stalle per animali. Come risultato, sono state procurate migliori condizioni di ricovero per gli animali, con soffitti più alti, nuove finestre e spazi di ventilazione, muri intonacati e rivestiti di calce, e con installazione di impianti idrici.

Dop aver osservato questi miglioramenti, che avevano scopo dimostrativo, altri cinque nuclei familiari hanno introdotto dei miglioramenti nelle loro stalle.

Inoltre, cinque contadini che avevano deciso di costruire dei nuovi ricoveri per gli animali hanno ricevuto ferro, cemento, materiali per i tetti ed altri materiali, nonché consulenza tecnica e supporto tecnico. Come risultato, tre nuove stalle costruite nel 2009 sono state le prime nella regione ad avere un sistema di copertura “semi-aperto”.

 

2.3 Forniture alimentari

 

Uno dei presupposti fondamentali dell’allevamento del bestiame è l’alimentazione. La fornitura e la disponibilità di alimentazione equilibrata e nutriente ad un costo ragionevole è di importanza vitale.

Le attività di allevamento del bestiame nell’area del progetto dipendono completamente dal pascolo. Nel periodo invernale gli animali vengono nutriti con fieno ed orzo raccolti dai pascoli nella primavera. Questo metodo di alimentazione non rende quanto ci si attenderebbe ed inoltre provoca molti problemi sanitari.

Sotto l’egida del Progetto, è stata stabilita nel villaggio di Baysu una unità di lavoro alimentare con lo scopo di mettere i contadini locali in grado di produrre degli alimenti compositi utilizzando le loro disponibili risorse. In questa unità le produzioni dei contadini locali di grano, orzo ed altri cereali vengono mescolate, con l’aggiunta di alcuni additivi, e quindi usate per l’alimentazione degli animali. Ciò rende possibile fornire agli animali un’alimentazione più nutriente ad un costo più basso.

Un comitato costituito nel villaggio ha l’incarico di gestire questa unità. Il comitato designa un contadino del posto per far funzionare l’unità di produzione alimentare. Per coprire le spese di elettricità e di manutenzione i contadini che portano i loro prodotti alla macinatura si fanno carico di un piccolo contributo monetario. In tal modo i singoli contadini producono i loro alimenti mescolando i propri prodotti in dosi consigliate dalla equipe del progetto.

 

2.4 Produzione di messi da foraggio

 

Solo il fieno viene usato nei villaggi del progetto come fonte di fibra vegetale e crusca. All’inizio del progetto, i contadini che producevano crusca di buona qualità ricevevano sostegno in termini di consulenza tecnica e sementi di alta qualità, assieme ad attività di formazione. Nel 2007 la coltura della veccia venne insediata in 200 decari di terra con la partecipazione di 22 agricoltori.

(Tabella 2)

 

Comunque, il ricavato previsto non poté essere conseguito, a causa della siccità verificatasi nella primavera del 2007, il periodo del raccolto. Anche la siccità del 2008 indebolì ulteriormente il rendimento dei pascoli. Cereali come il grano e l’orzo non poterono essere raccolti. Il ricorso a fonti esterne per comperare grano, orzo e fieno era troppo costoso per molti contadini, e di conseguenza molti di essi iniziarono a vendere i loro animali a basso costo.

Allo scopo di mitigare gli effetti dannosi di tale situazione, dissuadere i contadini dal vendere i loro animali al di sotto del loro valore, e per sviluppare una produzione di crusche di buona qualità nell’area del progetto, venne prodotta una seconda messe per l’immagazzinamento in depositi e silos. In ciò, l’equipe del progetto adottò misure contro l’impasse creato dalla siccità, che avrebbe potuto avere effetti peggiori, e tentò di trasformare il problema nell’opportunità di dar inizio ad una pratica colturale comprendente un secondo raccolto di messi.

Così, per la prima volta nella regione, la coltivazione di messi per l’immagazzinamento in depositi e silos fu iniziata con l’ausilio di una attrezzatura pneumatica di semina fornita dalla Direzione dell’Agricoltura di Dicle. E’ stata fornita consulenza tecnica ai contadini durante il ciclo di produzione. I contadini hanno anche ricevuto formazione riguardante le caratteristiche delle messi da raccogliere, la meccanizzazione della mietitura, l’identificazione dei luoghi in cui immagazzinare il prodotto, e, inoltre, la mietitura, la pressatura, la copertura e la maturazione del prodotto, e pure la quantità da somministrare agli animali ed i metodi di alimentazione.

Nel 2008 venne organizzata una “giornata sul campo” per incoraggiare e promuovere l’immagazzinamento in depositi e silos della produzione di messi nell’area. Come risultato di questo evento, al quale parteciparono anche contadini degli insediamenti circostanti, venne iniziata la produzione di magazzini e silos nei villaggi di Hantepe, Kalkan, Selman e Dicle.

Con le loro accresciute conoscenze e competenza in materia di immagazzinamento dei foraggi in depositi e silos, gli agricoltori continuarono la loro attività anche nel 2009. Entro l’arco di un periodo di due anni 59 agricoltori produssero 1.778 tonnellate di messi da foraggio su 508 decare di terra.

(Tabella 2)

 

Poiché anche alcuni allevatori dell’area del progetto o di altri luoghi, che non avevano mezzi sufficienti da impiegare nella produzione di messi da immagazzinare in depositi e silos, li acquistarono, il numero di agricoltori che usavano l’immagazzinamento dei foraggi in depositi e silos ammontò a settanta.

La qualità ed il rendimento degli animali nell’allevamento del bestiame migliorarono. I problemi derivanti da alimentazione troppo povera diminuirono. Bovini che prima fornivano latte per circa cinque mesi, ora avevano iniziato a fornirlo per otto mesi. Il rendimento giornaliero di latte che prima era generalmente di 3 o 4 chili aumentò sino a 7 o 8 chili. Metodi più avveduti di allevamento animale presero il posto di quello convenzionale dipendente unicamente dai pascoli.

Come risultato dell’introduzione dell’immagazzinamento dei foraggi i contadini spesero di meno per l’alimentazione e guadagnarono di più. I miglioramenti delle stalle resero più agevole la cura degli animali, e ci furono miglioramenti sia della salute umana che di quella degli animali.

 

2.5 Incremento della riproduttività degli animali

 

Agricoltori che all’inizio del progetto erano abituati per lo più a tenere bestiame domestico di basso rendimento, iniziarono poi a passare ad animali di più alta qualità. Divennero più informati sull’allevamento del bestiame, soprattutto dopo le attività di formazione ed i viaggi e le visite di studio. Gli agricoltori prima avevano la convinzione che animali a più alto rendimento non avrebbero potuto adattarsi e sopravvivere nelle condizioni proprie dei quell’area, ma in seguito essi si convinsero che ciò poteva invece essere possibile attraverso miglioramenti delle stalle e delle pratiche alimentari, nonché attraverso regolari vaccinazioni.

Come risultato di ciò, molti nuclei familiari si associarono, vendettero i propri animali maschi a basso rendimento, e comprarono materiali genetici seminali di coltura per l’incrocio genetico dei loro bovini. Alcune altre famiglie vendettero i loro animali di bassa qualità e li sostituirono con animali di buona qualità riproduttiva.  Così essi resero gli animali più produttivi e l’allevamento del bestiame più redditizio.

 

3 – COLTIVAZIONE VEGETALE

 

Nell’Anatolia sud-orientale in generale, ed in Diyarbakýr in particolare, è possibile coltivare ortaggi in tutte le stagioni in aree provviste di caratteristiche micro-climatiche e con sufficiente disponibilità di irrigazione. Non appena siano adottate tipologie e tecniche adeguate, la coltivazione vegetale è possibile anche in inverno.

Prima del progetto, la coltivazione di ortaggi era limitata alla stagione estiva, ed a prodotti come i pomodori, i peperoni verdi, i cocomeri e le melanzane. Poiché non vi era neppure una scelta competente tra le tipologie e le semenze, anche questa limitata gamma produttiva riscontrava stagnazioni e problemi come il basso rendimento.

Per utilizzare il potenziale esistente, il progetto mise a disposizione degli agricoltori consulenza tecnica, così come pure vari strumenti, inclusi sementi, torba, sacchi di plastica per la produzione di semi, fertilizzanti e prodotti chimici. Come risultato ci fu un incremento della produzione (del 31%).

La coltivazione vegetale venne estesa lungo l’arco dell’anno e diversificata (Tabella 3). Osservando il resoconto di valutazione, possiamo riscontrare che c’è stato un incremento del 30% nelle famiglie impegnate nelle colture estive, del 20% nelle colture invernali, e del 33,8% nella diversità delle colture. Per la prima volta nella regione, ci furono coltivazioni di cocomeri, fagioli ed angurie successive alla mietitura del grano, e la produzione del secondo raccolto aumentò dal 12,7% al 32,3%. Inoltre, venne iniziata e poi incrementata la coltivazione invernale di serra degli ortaggi in alte gallerie. (Tabella 3)

Le coltivazioni di lattuga, prezzemolo, crescione, spinaci, ravanelli e cipolle verdi in queste aree contribuirono all’alimentazione dei nuclei familiari, ed al tempo stesso produssero competenze nella coltivazione in serre degli ortaggi. Successivamente a questa coltivazione invernale in alte gallerie, ora vengono usate aree a cielo aperto per la precoce produzione semenzale primaverile.

Nella coltivazione degli ortaggi, viene anche prestata attenzione ai metodi che incrementano i rendimenti, ed al tempo stesso sono sensibili alla salute umana ed alla qualità ambientale. In questo contesto vengono adottati particolari metodi nella selezione delle sementi, nella zappatura e nell’irrigazione, mentre l’uso di fertilizzanti e farmaci è mantenuto al livello minimo. Al tempo stesso, vengono incoraggiate le produzioni dei pomodori di Lice e delle melanzane di Bismil, in quanto prodotti tipici locali, così come pure l’uso di concime di fattoria (stallatico).

Comunque, in termini commerciali, la produzione di ortaggi è rimasta al di sotto delle aspettative (Tabella 3). La principale ragione consiste nel fatto che l’irrigazione che viene gestita dalla locale Unione di Irrigazione è impostata unicamente in funzione all’irrigazione del cotone.

Qui, il periodo di irrigazione inizia a metà giugno e dura sino all’inizio di settembre. Questo calendario di irrigazione, comunque, è in contrasto con le esigenze della coltivazione vegetale, in cui i piantamenti hanno luogo in maggio, e perciò l’irrigazione può essere praticata solo da parte degli agricoltori che hanno mezzi propri. Questo è un fattore che restringe la crescita della coltivazione vegetale orientata al mercato. La situazione era migliore solo in alcuni vegetali (per esempio fagioli e cocomeri) la cui esigenza di irrigazione comporta sovrapposizione con quella del cotone. 

E’ stato fornito aiuto agli agricoltori anche nel processo di commercializzazione dei prodotti vegetali. In questo contesto non si è verificato nessun problema nella commercializzazione di vegetali cresciuti in estate o in inverno.

 

*-*-*

 

4. FRUTTICOLTURA

 

4.1 Frutteti coperti

 

Nel 2004, all’inizio dell’effetto delle dighe di Dicle- Kralkýzý sull’irrigazione, nell’area ci fu un passaggio verso la coltivazione del cotone. D’altronde, il rendimento del cotone è decisamente crollato, a causa di diversi fattori, inclusi la coltivazione su terreni scoscesi e troppo piccoli, e l’estenuazione del suolo e l’erosione che sono stati la conseguenza della coltivazione del cotone iterata tutti gli anni.

Di fronte a questa situazione, ed in considerazione delle caratteristiche climatiche, della composizione del terreno e dei guadagni di lungo periodo degli agricoltori, la popolazione locale è stata incoraggiata verso la frutticoltura.

In realtà, il progetto, in origine, non aveva previsto la promozione della frutticoltura sino a tale soglia. D’altronde, dopo la forte richiesta risultata dalle attività di formazione e dai viaggi di studio, il progetto venne rivisto nel 2008 in modo da incorporare anche la frutticoltura.

La maggioranza dei frutteti venne installata su terreni pendenti dove il rischio dell’erosione era considerevole. Durante il primo anno 35 contadini installarono frutteti coperti di meli, pruni, albicocchi,peschi, ciliegi, mandorli, melograni e pistacchi su 180 decare di terra. La tendenza ad impegnarsi nella frutticoltura sta ancora crescendo. Nell’installazione e mantenimento dei frutteti sia i lavoratori del progetto che gli specialisti fornirono ai contadini supporto tecnico nei lavori di piantamento, di potatura e di irrigazione. 

Nell’installazione di frutteti coperti il 50% di alcuni interventi di sostegno fu corrisposto dai contadini stessi. Nel contesto della lotta contro le malattie ed infestazioni nei frutteti e vigneti, i contadini vennero aiutati con consulenza tecnica e con farmaci. I melograni piantati nel 2008 iniziarono a produrre frutti nel 2009, il ché incrementò notevolmente la domanda di coltivazione di melograni. Al tempo stesso, l’equipe del progetto verificò regolarmente tutti i frutteti ed informò i contadini sui possibili problemi perché potessero prendere misure precauzionali in anticipo. Degli specialisti impartirono ai contadini formazione specializzata sulla potatura.

 

Alberi selvatici presenti nell’area del progetto vennero innestati con innesti da parte di un maestro innestatore. Assieme a questa attività, i contadini ricevettero formazione nel calcolo dei tempi e nelle tecniche di innesto e di potatura.

In generale, la popolazione locale tende ad impegnarsi in produzioni che forniscono redditi in breve periodo. In tal modo, la frutticoltura nella regione quasi non esisteva, eccezion fatta per gli alberi di mandorlo usati come segnali delle linee di confine negli appezzamenti di terreno.

Il progetto iniziò a cambiare questa tendenza e diffuse tra i contadini la nozione di vantaggi di lungo termine. Ci fu un cambiamento della mentalità generale, in seguito al quale la gente iniziò ad accrescere il proprio interessamento sia per la protezione del territorio che per i vantaggi di lungo termine.

 

4.2 Viticoltura

 

La viticoltura è un tipo di produzione tradizionale nell’area di Eðil. Le uva locali, trasformate in prodotti quali pekmez, sucuk, pestil e kesme, trovano sbocchi di commercializzazione in Diyarbakýr.

In effetti, a partire dal 2008 viene organizzato da parte del Governatorato distrettuale di Eðil un festival annuale per promuovere le uve locali ed i loro prodotti di trasformazione.

Al momento attuale, il progetto estende il supporto tecnico ai contadini per incrementare la diversità, i tipi e la qualità delle uve. Mentre i vigneti producevano poco in conseguenza di alcune pratiche convenzionali, ora i contadini vengono formati sull’uso del concime, sull’irrigazione e sulla lotta contro le malattie ed infestazioni della vite. E’ stato fornito materiale a 38 contadini. C’è stato un incremento del 20% nei vigneti degli agricoltori che hanno usato concime di fattoria (stallatico) e fertilizzanti in commercio.

L’equipe del progetto ha effettuato ricerche sulla trasformazione e commercializzazione di alcune produzioni locali (pekmez, pestil e sucuk). E’ stato riscontrato che durante il lavoro di trasformazione non erano state osservate le norme igieniche. Allora è stato iniziato un lavoro per incrementare le condizioni igieniche nella trasformazione del prodotto. In questo contesto vennero migliorate le attrezzature di un agricoltore, come iniziativa dimostrativa. Al momento attuale la produzione locale è per lo più destinata al consumo domestico. Per alcuni contadini che producono per la commercializzazione non è stato riscontrato nessun problema.

 

4.3 Innesti di pistacchio

 

Un esperto specialista di innesti venne inviato ad innestare alberi di pistacchio selvatico (“melengic”) ed alberelli piantati nel 2007 nell’area del progetto. Congiuntamente a tale lavoro, vennero impartite agli agricoltori delle lezioni pratiche di formazione sulle fasi delle operazioni di innesto e sulla loro temporizzazione, sulle tecniche di innesto e sulle precauzioni da osservare dopo gli innesti e le potature. In due villaggi vennero innestati 582 alberi appartenenti a 17 agricoltori. Ci si attende che gli alberi innestati produrranno frutti dopo 5 o 6 anni.

Presero parte a queste attività di apprendimento delle tecniche di innesto anche tre giovani di uno dei villaggi del progetto.

 

4.4 Coltivazione delle angurie

 

Alla coltivazione delle angurie è stata data una particolare importanza in vista dell’introduzione di coltivazioni alternative e gamme diversificate di coltivazioni, e dell’uso efficace del maggese, nonché dell’incremento della produzione orientata alla commercializzazione. Con questa coltivazione praticata al primo ed al secondo raccolto, i nuclei familiari provvedono al loro fabbisogno e commercializzano l’eccedenza in Diyarbakýr o in altri insediamenti circostanti.

Per il consumo domestico e per la commercializzazione, 157 contadini hanno lavorato su 1.558 decare di terreno durante un periodo di tre anni (Tabella 4). Le tipologie di sementi per coltivazione irrigata e secca vennero stabilite e fornite ai contadini in modo conforme.

Inoltre, mentre vennero forniti a due contadini del villaggio di Yatýr consulenza tecnica, dotazione di sementi, materiali di copertura e prodotti chimici, venne sperimentata per la prima volta in questa area la coltivazione primaticcia di meloni in basse gallerie. Questa raccolta primaticcia permise agli agricoltori di commercializzare la loro produzione a prezzi abbastanza alti. Con la fornitura di tutto il supporto tecnico necessario, la coltivazione di angurie e meloni venne incoraggiata.

 

4.5 Raccolti di campo

 

Prima del Progetto di “Incremento delle potenzialità rurali”, i raccolti di messi nei campi dell’area consistevano in cotone sui terreni irrigabili e coltivazioni di grano, orzo e ceci sui terreni secchi. Questo assortimento, che venne replicato a iosa con metodi e tipologie convenzionali, portò all’inevitabile risultato di estenuare ed impoverire il terreno, e di conseguenza ci fu un calo dei rendimenti, mentre le malattie e le infestazioni diventarono sempre più diffuse.

Come risultato dell’estesa consulenza tecnica come pure degli sforzi di incrementare la competenza effettuati sotto l’egida del Progetto, cominciò a diffondersi la rotazione delle coltivazioni. Per esempio, in aree dove solevano esistere coltivazioni di cotone come monocoltura dominante, i contadini iniziarono a far crescere cereali come primo raccolto e meliga come secondo raccolto. Inoltre, coltivazioni di ravanello, cipolla, anguria, lattuga e fagioli vennero introdotte come coltivazioni estive, successive alla chiusura della stagione dei cereali.

Per coltivazioni comunemente assai diffuse, come grano, orzo e cotone, gli agricoltori vennero informati sulle tecniche di coltivazione, sulla lotta contro le malattie e le infestazioni, sulla selezione delle tipologie appropriate, sulle provviste di sementi e sulle principali politiche del Ministero dell’Agricoltura.

 

*-*-*

 

5- PROTEZIONE E SVILUPPO DELLE RISORSE NATURALI

 

5.1 Sistemi di irrigazione controllata

 

Nell’area del progetto vennero implementate diverse iniziative finalizzate a proteggere e sviluppare il suolo, le risorse idriche, le foreste e l’habitat naturale. Durante queste iniziative, venne accuratamente tenuto in considerazione il loro possibile impatto sulle risorse naturali disponibili. La crescita della presa di coscienza e le buone pratiche costituiscono una parte significativa del supporto fornito nel contesto dell’uso sostenibile delle risorse naturali.

E’ stato riscontrato un grave problema di erosione del suolo che deriva in particolare dalle pratiche di irrigazione su terreni scoscesi e da lavori eseguiti in direzione parallela alla naturale inclinazione del terreno.

Nell’area del progetto i contadini per lo più praticavano metodi di irrigazione “selvaggi”. Oltre allo spreco di acqua, questi metodi causano anche erosione sui terreni scoscesi, mentre conducono alla desertificazione degli altri. Per dissuadere i contadini, sono state prese iniziative per introdurre sistemi di irrigazione a pressione. In questo contesto è stata effettuata una iniziativa dimostrativa nel 2008, con l’installazione del sistema di irrigazione ‘a goccia’ su 5,5 decare di frutteto di melograni di un agricoltore, e del sistema di irrigazione ‘a rotazione’ su 8,5 decare di terreno di un altro contadino.

Nel 2009 è stato fornito supporto a due contadini per l’installazione del sistema ‘a goccia’, ad un contadino per il sistema ‘a rotazione’, ed a tre contadini sono state fornite apparecchiature a valvole per controllare il loro sistema di irrigazione ‘selvaggia’. In breve, è stato possibile risparmiare sia acqua che tempo, ed al tempo stesso proteggere il suolo. Il sistema ‘a rotazione’ viene usato in coltivazioni come grano, orzo, trifoglio, ravanello, cipolla e spinaci; il sistema ‘a goccia’ nei frutteti, e l’irrigazione controllata con le valvole viene impiegata per il cotone.

Poi, altri cinque contadini, osservando i vantaggi di questi sistemi di irrigazione, hanno installato attrezzature di irrigazione ‘a rotazione’, mentre altri due hanno introdotto il sistema ‘a goccia’. Il 25% dei nuclei familiari ha dichiarato che l’irrigazione sul loro terreno era aumentata, ed il 10,6% ha riferito che la desertificazione sul loro terreno era stata ridotta. Inoltre, il 13,2% ha dichiarato un maggiore utilizzo del concime di fattoria (stallatico) a fronte di un decremento dell’uso dei fertilizzanti in commercio.

 

5.2 Miglioramenti ambientali

 

Costituisce un principio metodologico fondamentale del Progetto la presa in considerazione e la valutazione dell’impatto ambientale di tutte le attività sviluppate dal Progetto stesso.

 

Attività del Progetto con impatto ambientale

 

Il concime di fattoria (stallatico) trovato nei cumuli ubicati attorno agli insediamenti, che provocava inquinamento ambientale, venne utilizzato nei campi coltivati.

Venne mitigato l’impatto sui pascoli e sulle foreste derivante soprattutto dai piccoli ruminanti (capre e pecore). Nell’area, venne promossa la coltivazione di messi da foraggio, e l’allevamento del bestiame di grossa taglia venne sviluppato tramite il suo miglioramento genetico. Ciò rese possibile passare  in modo intensivo all’allevamento ed alla riproduzione di animali di grossa taglia. Vennero promosse coltivazioni come i fagioli ed i ceci, poiché esse arricchiscono il terreno in termini di nitrogeni, ed in tal modo esse diminuiscono il fabbisogno di fertilizzanti in commercio.

Sui terreni coltivati scoscesi sono stati effettuati interventi volti ad assicurare una conformazione del suolo atta a prevenire dilavamenti erosivi, nonché volti a prevenire un eccessivo uso di fertilizzanti, tenendo nella dovuta considerazione l’analisi del suolo, ed avendo cura di promuovere in tali terreni il piantamento di alberi.

Sono stati compiuti sforzi per prevenire l’incendio delle stoppie, che era una pratica assai comunemente diffusa nella regione, e conduceva all’annientamento di ogni organismo vivente sul territorio.

 

6- ATTIVITA’ DI PRODUZIONE A PARTECIPAZIONE FEMMINILE

 

6.1 Floricoltura stagionale a cielo aperto

 

Nell’area del progetto le donne sono delle semplici lavoranti, delle mere esecutrici in qualsiasi attività venga svolta.

In altre parole, la loro possibilità di esprimere il proprio punto di vista su ciò che occorre fare, è estremamente limitata. Di conseguenza è stata riscontrata la necessità di introdurre alcune attività nelle quali le donne potessero impegnarsi volentieri, e ricavarne qualche reddito a loro disposizione. Dopo alcuni colloqui e ricerche, si è riscontrato che le donne potevano essere impegnate nella floricoltura all’aperto, la quale ha altresí delle prospettive di commercializzazione alquanto promettenti. Perciò si è deciso di lanciare un lavoro dimostrativo, per la prima volta nell’area del progetto, nella provincia di Diyarbakýr. Di conseguenza, otto donne provenienti da due famiglie vennero formate su tutte le fasi del processo produttivo della floricoltura all’aperto.

In questa iniziativa dimostrativa le donne sono state coinvolte attivamente in tutte le fasi della produzione. Nelle loro occupazioni abituali le donne del posto si svegliavano presto al mattino per recarsi al lavoro nei campi, dovendo per lo più camminare fino a campi coltivati assai lontani, e lavoravano per molte ore per lo più sotto il sole cocente. Siccome la floricoltura si svolge sia vicino a casa che dentro serre protette dal sole, questa attività venne rapidamente adottata dalle donne del posto. La loro spinta motivazionale venne ulteriormente accresciuta dal fatto che i redditi conseguiti erano soddisfacenti, ed esse avrebbero potuto disporre di essi come preferivano.

Il “Centro per lo Sviluppo” e degli specialisti volontari sostennero le donne floricoltrici durante tutto il processo produttivo e la fase della commercializzazione. I redditi delle vendite vennero depositati nei conti correnti bancari di due donne, una per ognuna delle due famiglie coinvolte. Queste famiglie attestarono che avrebbero continuato questa produzione anche l’anno prossimo.

 

6.2 Produzione di uova

 

Negli insediamenti dell’area del progetto i rendimenti ottenuti dalla produzione di scala ridotta sono per lo più a disposizione delle donne per le loro necessità personali, per gli articoli necessari al nucleo familiare, e per le spese scolastiche dei figli.

Le attività delle uova di pollame vennero iniziate per rispondere alle richieste provenienti dalle donne locali, per contribuire al reddito familiare, e per incoraggiare ulteriori crescite di tali attività.

Vennero forniti alle donne dei pulcini dell’età di 15 giorni, e, dopo un periodo di nutrizione di tre o quattro mesi, essi cominciarono a deporre uova. L’equipe del progetto estese il supporto necessario in termini di alimentazione per le fasi iniziali, e fornì informazioni relative alle vaccinazioni di routine.

L’80% del costo dei pulcini venne coperto dal bilancio del progetto, mentre il rimanente 20% fu preso in carico dai contadini.

Le famiglie alle quali affidare i pulcini vennero scelte tra le fascie a più basso reddito.

Mentre tutto ciò veniva messo in atto, venne effettuata una consultazione tra gli abitanti dei villaggi locali, affinché essi esprimessero il loro parere su chi aveva effettivamente bisogno di un simile sostegno. Ciascuna famiglia selezionata attraverso tale modalità fu successivamente interpellata, informata sull’iniziativa, e messa al corrente del fatto che sarebbero stati affidati loro dei pulcini alla condizione che la donna designata all’interno della famiglia accettasse di lavorare per essi. Vennero affidati in totale 404 pulcini a dodici famiglie.

 

7- ATTIVITA’ SOCIALI E CULTURALI

 

Nel contesto delle attività sociali, vennero organizzati dei gruppi di lavoro di disegno infantile nelle scuole dei tre villaggi, sotto il coordinamento di tre artisti disegnatori, allo scopo di procurare un ambiente nel quale i bambini potessero esprimersi in modo creativo, e per coinvolgere i bambini e le loro famiglie in una attività a caratterizzazione sociale. I lavori eseguiti dai bambini vennero poi esposti nei cortili delle scuole con la partecipazione delle loro famiglie.

Inoltre vennero organizzate per i bambini proiezioni di film, corsi di scrittura, ed escursioni a caratterizzazione socio-culturale. Queste attività incentrate sui bambini vennero poi raccolte in un libro illustrato, ora pubblicato.

Tutto ciò venne accompagnato da proiezioni cinematografiche e viaggi di formazione socio-culturale destinati alle donne, e le donne di giovane età vennero introdotte alla conoscenza delle donne delle organizzazioni non governative (ONG) del centro urbano di Diyarbakýr.

Per assicurare e mantenere il sostegno governativo ed il contributo alle attività che si svolgevano nell’area del progetto, vennero frequentemente visitate le istituzioni governative nel centro distrettuale, cioè ad Eðil. Durante queste visite le istituzioni governative venivano tenute informate sulle attività del progetto e venivano discusse le possibili forme di collaborazione.

 

ORGANIZZAZIONE

 

Le attività destinate alla formazione di “dirigenti locali”, che erano parte integrante del Progetto, vennero mantenute con l’apporto di qualche modifica.

Il comitato di villaggio istituito a Baysu assunse anche il ruolo di leadership nei confronti dei nuclei familiari in relazione alle attività del progetto. In tale villaggio ci sono sei gruppi familiari, ed un rappresentante proveniente da ciascun  gruppo familiare ebbe assegnato il proprio seggio in seno al comitato. Ma poi, in seguito ad incontri svoltisi con il comitato ed altre persone del villaggio, venne ritenuto più appropriato impostare l’iniziativa della “leadership locale” sulla base dei gruppi familiari.

Un gruppo di sette persone del villaggio di Yatýr fece ufficiale richiesta per l’istituzione di una cooperativa. Tra i soci fondatori della cooperativa c’è un rappresentante proveniente da ciascun gruppo familiare. Così, sia persone all’interno del comitato del villaggio che anche persone all’interno dei soci fondatori della cooperativa sono in grado di rappresentare pienamente i gruppi familiari esistenti. La procedura burocratica per la cooperativa non è ancora stata portata a conclusione.

Ci si attende che questa organizzazione formale assumerà un ruolo attivo nel guidare le attività nel villaggio dopo la conclusione del progetto.

Nei paesini i “leader locali” riferiscono sulle attività che vengono sviluppate individualmente.

 

Rapporti con il governo e con le organizzazioni non governative (ONG) e sostegno ricevuto

 

Per risolvere alcuni problemi fondamentali nell’area del progetto, vennero assunte alcune iniziative che ebbero buon esito nel mettere in campo il sostegno da parte di alcune istituzioni governative ed organizzazioni non governative (ONG). Queste iniziative furono:

 

> Venne organizzato un incontro tra il governatore di Eðil e la popolazione locale per mettere in campo le risorse governative per la soluzione del problema del rifornimento di acqua potabile in Polatlar. Dopo l’effettuazione di lavori di trivellazione del terreno, questo problema venne risolto.

 

> Nel villaggio di Baysu vennero costruiti una rete fognaria e dei serbatoi idrici.

 

> Venne acquistato un macchinario di confezionamento di mangime di foraggio, del costo di 3.500 Lire Turche, ed il 50% di tale costo fu coperto dal “Fondo Generale” sotto l’egida del “Programma di Investimento per lo Sviluppo Rurale”.

 

> Il sostegno per la coltivazione della meliga e per la frutticoltura su 450 decare di terreno ammontò a 30.000 Lire Turche.

 

> Gli agricoltori dell’area del progetto hanno bisogno di poter accedere ad ulteriori fondi oltre quelli di questo stesso progetto. Per tale scopo gli agricoltori locali sono stati informati in merito al “Progetto di Sviluppo Diyarbakýr-Batman-Mardin” (IFAD) che è stato implementato congiuntamente dal Ministero dell’Agricoltura e dalle Nazioni Unite, ed in seguito a ciò tre agricoltori hanno ricevuto sostegno per sviluppare progetti ed hanno fatto richiesta per fondi di sovvenzionamento.

 

> Sono state effettuate in collaborazione con la Direzione per l’Agricoltura del distretto di Eðil delle vaccinazioni di protezione per gli animali. La Direzione per l’Agricoltura del distretto di Dicle ha messo a disposizione macchinari per la semina pneumatica.

 

>E’ stata impartita agli alunni del posto una formazione sull’ “igiene orale” con la partecipazione di dentisti della “camera dei Dentisti” di Diyarbakýr. Sono stati distribuiti ai bambini 240 spazzolini da denti e astucci di pasta dentifricia messi a disposizione dalla ditta Signal.

 

> In collaborazione con il Centro per l’Educazione degli Adulti di Eðil è stato organizzato un corso di computer per 22 giovani partecipanti.

 

> Nel settore della floricoltura stagionale la Municipalità metropolitana di Diyarbakýr ha sostenuto la commercializzazione dei fiori prodotti.

 

> Mentre l’AÇEV e il DÝKASUM hanno sostenuto, rispettivamente, un corso di alfabetizzazione ed uno di formazione femminile, due artisti volontari hanno preso parte ai gruppi di lavoro di disegno infantile.

 

Lavoro di sostegno

 

In diverse occasioni, sia all’inizio del progetto che in seguito, nella sua fase di implementazione, sono state intraprese attività di sostegno per informare l’opinione pubblica sul Progetto e sui suoi sviluppi.

A tale scopo sono state organizzate interviste e presentazioni a proposito delle attività svolte dal progetto, rivolte ai seguenti destinatari:

 

> il governatore di Diyarbakýr

> la Direzione dell’Agricoltura di Diyarbakýr (direttore provinciale, direttore della Formazione degli Agricoltori, direttore del Progetto Statistiche, direttore dell’Agricoltura del distretto di Eðil)

> governatorato distrettuale di Eðil (governatore, direttori distrettuali dell’Educazione e dell’Educazione per Adulti e della Fondazione per l’Assistenza Sociale e per la Solidarietà)

> Direttorato Regionale Amministrativo del GAP (Progetto di sviluppo per le regioni dell’Anatolia sudorientale investite dal progetto di costruzione di dighe: “Güneydoðu Anadolu Projesi”)

> Comitato Esecutivo del Consiglio Cittadino e Gruppo di Lavoro sulla Povertà dell’associazione “Yerel Gündem 21”

> Ufficio di Sostegno Locale del Centro di Sviluppo della Società Civile (STGM), e rappresentanti delle organizzazioni non governative locali (ONG)

> Mesopotamia Social Forum

> Gruppo di iniziativa per lo Sviluppo Rurale, e

> Varie rappresentanze (nazionali ed internazionali) e membri dei mass media che hanno visitato il Centro per lo Sviluppo.

 

L’idea di creare una “Iniziativa dei Lavoratori dello Sviluppo Rurale” che aggregasse assieme diverse organizzazioni non governative (ONG) attive nel campo dello sviluppo rurale emerse sulla base del ruolo di pioniere svolto da questo progetto. Questa iniziativa ha avuto inizio nel 2008 e mira alla collaborazione ed allo scambio di esperienze ai livelli locale, nazionale ed internazionale. Il quarto degli incontri tenutisi nell’ambito di tale iniziativa si è svolto quest’anno (2009) con la partecipazione dei rappresentanti di più di trenta organizzazioni non governative (ONG). I primi due incontri erano stati attuati grazie al sostegno della Heinrich Böll Foundation come pure di alcune ONG che avevano partecipato.

 

Stampa e mass-media

 

Molte delle attività svolte sotto l’egida del progetto sono state oggetto dell’informazione diffusa dai mass-media locali e nazionali.

In dettaglio:

> Un programma della durata di mezz’ora messo in onda dalla radio TRT-GAP, nel corso del quale il coordinatore del Progetto ha sviluppato un’esposizione introduttiva sulle caratteristiche del progetto stesso.

> Trasmissioni dul Progetto messe in onda da GUN TV, un canale televisivo locale.

> Informazioni sul Progetto ed un programma sul libro intitolato “Parole e colori dei bimbi”, sul canale televisivo TRT-GAP.

> “Floricoltura stagionale all’aperto per le donne” (articolo pubblicato sul quotidiano di Diyarbakýr “Soz”, nonché su Azadiya Welat”, quotidiano in lingua kurda)

> “Corsi di Computer per i giovani” (articolo pubblicato sui quotidiani locali “Yeni Gun”, “Yeni Yurt”, “Oz Diyarbakýr”, “Olay” e “Diyarbakýr Soz”)

> La pubblicazione del libro “Parole e colori dei bimbi”  (recensito dalla agenzia di informazioni “Anadolu News Agency”, e dai quotidiani “Oz Diyarbakýr” e “Mucadele”)

> Due articoli comparsi sul quotidiano “Dünya” sul Progetto.

 

Pubblicazioni

 

Le pubblicazioni sul Progetto includono:

> Il libro “Parole e colori dei bimbi”  (pubblicato in 500 copie)

> Il libro “Sviluppo rurale nei villaggi di Eðil / Diyarbakýr: Tentativo di sviluppare un modello”  (pubblicato in 500 copie)

> Una brochure su “Produzione di Messi di Foraggio”  (pubblicata in 1000 copie)

> Una brochure sulla “Salute dentaria”  (pubblicata in 1000 copie)

> Una brochure sull’ “Esame del seno”  (pubblicata in 1000 copie)

 

Giornate di Studio

 

Questa giornata di studio ebbe luogo nel 2008 con la partecipazione di agricoltori sia tra quelli coinvolti nel progetto che tra altri provenienti da villaggi circostanti. Questo evento è stato utilizzato per dimostrare come gli approvvigionamenti di foraggio, prodotti per la prima volta in questa regione, possono essere mietuti, trasportati, pressati e coperti, ed ha posto l’accento sull’importanza del foraggio nell’alimentazione animale.

 

Monitoraggio / Valutazione. Registrazioni e resoconti

 

Sono stati effettuati tutti i possibili sforzi per implementare le attività del progetto così come originariamente pianificate. Per assicurare ciò, l’equipe del Progetto ha sviluppato con cadenza settimanale degli incontri pubblici sul campo, per mantenersi in costante contatto con i gruppi sociali destinatari del Progetto. Dopo ogni visita sul campo, veniva redatto un resoconto che forniva informazioni sulle persone contattate e sugli argomenti discussi. Attraverso la ripresa di audiovisivi sulle attività del progetto e la loro registrazione, è stato sviluppato un “archivio del progetto” di discrete dimensioni.

Le attività del Progetto ed i progressi effettuati nella sua implementazione sono stati abbondantemente condivisi da parte dell’equipe del Progetto congiuntamente con i membri del “Centro per lo Sviluppo” e con le associazioni finanziatrici, come fondamento per una ininterrotta valutazione. Le necessità emerse, così come esse sono state identificate da queste valutazioni, sono state incorporate nel Progetto.

Inoltre, sono stati redatti dei resoconti semestrali ed annuali, ed essi sono stati condivisi con i principali partners e collaboratori del progetto.

 

EFFETTI MOLTIPLICATORI DEL PROGETTO

 

Il progetto sull’incremento delle potenzialità rurali è stato osservato da vicino e con attenzione da parte dei contadini dei villaggi circostanti, ed alcune iniziative del progetto sono state da essi fatte proprie. L’equipe del Progetto ha inoltre esteso il proprio sostegno anche a questi agricoltori che abitano al di fuori dell’area del progetto quando ce n’è stata richiesta.

 

Per esempio, in conseguenza delle attività del nostro progetto, la coltivazione della meliga e la produzione di messi da foraggio sono attualmente praticate nei villaggi di Hantepe ed Oyalý. Inoltre, i villaggi di Kalkan e Seþlman hanno adottato la frutticoltura come loro nuova attività, mentre il villaggio di Hantepe ha iniziato la coltivazione degli ortaggi, il tutto come effetto collaterale del Progetto.

Infine, le messi da foraggio, gli ortaggi, il melone e l’anguria prodotti nell’ambito del progetto vennero acquistati da alcuni abitanti dei villaggi di Selman, Hantepe e Kalkan.

I villaggi di Selman, Hantepe, Kalkan, Baver, Sertler e Dicle, pur restando al di fuori dell’area del Progetto, hanno esposto per iscritto o a voce le loro ricerche al Centro per lo Sviluppo, affinché esse venissero incluse nel progetto.

 

*-*-*

 

UN MODELLO GLOBALE
DI SVILUPPO RURALE
TRATTO DA UNA INIZIATIVA LOCALE

 

PROGETTO SULL’INCREMENTO DELLE POTENZIALITA’ RURALI IN EÐIL

 

Un obiettivo assai rilevante per il progetto che è stato condotto per tre anni nei villaggi del distretto di Eðil è stato quello di sviluppare un ‘modello’. Qui sotto verranno esposte e valutate le componenti fondamentali di tale modello.

E’ largamente risaputo che tra i problemi più rilevanti della regione si possono annoverare la migrazione dalle campagne alle città, l’erosione nei terreni coltivati, il declino delle attività agricole, l’insufficienza delle risorse nelle aree rurali, e le difficoltà nell’accesso alle risorse disponibili. Per risolvere questi problemi sono stati sviluppati diversi progetti e programmi di sviluppo.

Se guardiamo il retroterra storico degli sforzi di sviluppo regionale in Turchia, possiamo osservare un quadro alquanto complesso, nel quale diverse metodologie sono state poste in opera per lo più da parte di organismi a gestione fortemente centralizzata.

In questo contesto si può parlare dei piani di sviluppo regionale (quali, per esempio, il GAP, il DOKAP, etc.), che sono assai rilevanti in relazione ai progetti di sviluppo rurale che essi comprendono, nonché in relazione all’entità del sostegno finanziario che essi comportano. Nonostante ciò, possiamo anche osservare che questi progetti di grandezza gigantesca, in proporzione al loro bilancio, hanno fallito nel tentativo di raggiungere l’impatto auspicato in relazione sia ai gruppi sociali destinatari dei progetti medesimi, sia alla società in generale. In altre parole, i risultati conseguiti dai progetti che non sono centrati sugli esseri umani (human-centred) e che sono insensibili all’ambiente naturale, restano assai indietro in proporzione ai mezzi economici ed al bilancio da essi messi in moto.

Un altro sotterfugio è l’identificazione dello sviluppo rurale con l’agricoltura in senso stretto.

Di conseguenza, le recenti politiche si stanno invece orientando in direzione di un modello di sviluppo rurale di tipo ‘olistico’. Questo modello si colloca alquanto al di fuori dei tradizionali approcci strumentali e deterministici. In verità, lo sviluppo rurale rappresenta una alternativa all’agricoltura intesa come mezzo di reddito e di sussistenza, ed esso inoltre diversifica la vita rurale mentre al tempo stesso riduce i rischi connessi alla produzione agricola.

L’approccio olistico allo sviluppo rurale è un approccio sinergetico, che combina le relazioni sociali tradizionali con l’analisi istituzionale; esso istituisce un processo ininterrotto piuttosto che un risultato acquisito una volta per tutte. Questo processo trova le sue forze guida nell’arco di uno spettro assai ampio – cambiamento demografico, tecnologia, consumi, modi di vita, politiche di sostegno, legislazione – dalle quali viene influenzato. Lo sviluppo a cui mira il progetto è di natura multidimensionale (economica, sociale ed ambientale) così come è pure caratterizzato dalla molteplicità dei gruppi sociali che esso considera come propri destinatari; inoltre il fatto che esso sia costituito da approcci ed attività fondate sull’autoconsapevolezza umana e sullo sviluppo del fattore umano come capitale sociale costituisce un altro elemento che si aggiunge alla sua forza.

Il più importante obiettivo dell’EKAKGP è di arrivare a delineare un modello che possa essere diffuso su scala regionale. Con le sue pratiche in armonia con un approccio olistico allo sviluppo, il progetto differisce dai modelli di sviluppo classici, ed il suo piano di azione è basato sullo sviluppo rurale partecipativo.

Come modello, EKAKGP è configurato sulle linee-guida di un approccio allo sviluppo rurale di orientamento olistico ed incentrato sulla sostenibilità, dove i lavoratori locali collaborano assieme ed identificano le loro necessità ed i loro bisogni sulla base della crescita delle persone e della cooperazione associativa.

La più importante caratteristica del modello è il suo approccio allo sviluppo inteso come un processo, e la sua natura composita e multidimensionale, che porta a sviluppare diverse attività in reciproca interazione. Esso differisce dai modelli classici dello sviluppo anche per il fatto di non concentrare la propria attenzione esclusivamente su di uno specifico gruppo sociale come destinatario del progetto, ma di essere volto al rafforzamento delle risorse umane ed al miglioramento della qualità della vita attraverso il coinvolgimento di differenti settori della struttura sociale. L’aspetto più significativo del progetto, che lo distingue da altri modelli ed approcci, è la sua attenzione alla sostenibilità.

In realtà, non c’è una singola fonte di input nell’area del progetto: piuttosto, si tende a fare in modo di mettere in atto le attività del progetto attraverso diverse tecniche, coinvolgendo diversi gruppi, ed occupandosi di diverse tematiche.

Nel contesto di quanto è stato qui sopra esposto, possiamo ulteriormente elaborare questo argomento presentando un esempio del modello dello “sviluppo rurale olistico”, e delle sue potenzialità per espandersi nella regione, attraverso l’esposizione di quanto qui segue:

 

I) RICERCHE ED ANALISI

 

Uno degli obiettivi principali del progetto è quello di mettere insieme un modello pertinente all’ambiente rurale, e che sia anche replicabile e ripetibile in altre aree rurali, incluse, prima di tutto, le parti rurali dell’Anatolia orientale e sud-orientale. Per poter conseguire tale scopo, nella fase di preparzaione del progetto è stata affettuata una indagine di rilevamento in due diversi micro-bacini (gruppi di villaggi) per stabilire in quale area il progetto si sarebbe svolto. Dopo questo rilevamento in due aree, è stato deciso di implementare il progetto nella parte rurale del distretto di Eðil, che è stata considerata rappresentativa per la più ampia regione.

Successivamente, con l’inizio del progetto, è stato sottoposto ai nuclei familiari dell’area del progetto un dettagliato questionario, per costituire la base per accertare quali fossero i cambiamenti che erano attesi dalle attività del progetto. Verso la fine del progetto, è stato svolto un “Lavoro di Valutazione sull’Impatto Sociale” per esaminare i cambiamenti che erano avvenuti durante i tre anni dell’implementazione del progetto.

 

II) DISEGNO DEL PIANO D’AZIONE DEL PROGETTO

 

Sulla base dei risultati e delle analisi preliminari del rilevamento sul campo prima menzionato, il Centro per lo Sviluppo ha disegnato un “Piano di Azione del Progetto”. Esso è stato dapprima condiviso con i gruppi sociali destinatari del progetto, e le finalità del progetto sono state definite in armonia con i suggerimenti emersi da parte di tali gruppi. Accanto ai gruppi sociali destinatari, anche i contributi degli specialisti del settore sono stati ricercati per definire gli scopi del piano.

Sono anche state considerate, nel disegnare il piano, le circostanze ambientali locali, le entità già esistenti e la conformazione socio-culturale locale.

 

III) METODI ED APPROCCI

 

Molti precedenti progetti e programmi hanno chiaramente mostrato che l’assicurar miglioramenti nella sola sfera economica non garantisce simili miglioramenti nelle altre sfere della vita. Il modello è stato concepito in modo ‘integrato’, ed anche le attività sono state programmate e implementate in tale modo ‘integrato’, così da poter incorporare i molti aspetti e sfere della vita rurale. Di conseguenza il progetto ha incluso, in aggiunta ai programmi di formazione (sia generali che relativi alla produzione), delle attività ampie e reciprocamente complementari volte all’arricchimento della vita sociale e culturale.

Oltre ad assicurare incrementi di rendimenti e ad introdurre nuove attività produttive ‘amichevoli’ verso l’ambiente naturale, le attività di formazione sono state impartite allo scopo di generare attività lavorative ‘sostenibili’.

Le attività formative sono state costituite da corsi sia teorici che pratici, nonché da viaggi di studio per osservare ed esaminare alcuni lavori dimostrativi effettuati altrove. Oltre agli argomenti attinenti alla produzione ed alle tecniche produttive, i programmi di formazione hanno incluso anche la salute familiare, l’igiene, i diritti, la nutrizione equilibrata e le questioni di genere. Ci sono state anche proiezioni di film, gruppi di lavoro di disegno e pittura, esercizi di scrittura, corsi di computer ed escursioni a carattere socio-culturale per arricchire la vita sociale e culturale negli insediamenti rurali.

Come si può desumere da quanto esposto sopra, il progetto si presenta come una struttura integrata che comprende attività, pratiche, e crescita delle potenzialità in quasi tutte le sfere della vita.

Uno dei nostri principii fondamentali è consistito nella partecipazione attiva da parte dei partners e sostenitori del progetto e in particolare da parte dei gruppi sociali destinatari del progetto, ed a tale principio fondamentale ci si è saldamente attenuti sia durante la pianificazione iniziale del progetto che durante la sua successiva messa in atto.

A partire dal preliminari rilevamento sul campo prima menzionato, sino al disegno ed alla messa in atto delle attività, venne assicurata l’attiva partecipazione e l’effettiva collaborazione dei partners e sostenitori del progetto, e questo approccio ebbe il suo tangibile influsso sul successo dell’iniziativa.

Inoltre, nel medesimo contesto, persone significative, associazioni ed istituzioni, come pure organizzazioni non governative (ONG), vennero attivate per il loro contributo operarivo ed il loro sostegno, e ci si impegnò per ottenere, in particolare, il supporto ed i servizi degli uffici governativi presenti nell’area del progetto, la qual cosa avvenne con successo. Esempi di queste iniziative di coinvolgimento di diversi enti sono: la fornitura di acqua potabile al paesino di Polatlar; la rete fognaria nel villaggio di Baysu; i corsi di alfabetizzazione che hanno coinvolto le donne congiuntamente alla partecipazione dell’AÇEV e del Centro per l’Educazione degli Adulti; e le attività congiunte assieme alla Direzione distrettuale dell’Agricoltura, ivi comprese le vaccinazioni protettive degli animali. Altri esempi comprendono i corsi di computer organizzati assieme al Centro di Educazione per Adulti e le attività socio-culturali intraprese con le scuole dei villaggi nell’area del progetto.

Nei corsi teorici e pratici è stata conferita una particolare importanza alla crescita delle potenzialità dei gruppi sociali destinatari del progetto, in modo da renderli in grado di continuare a svolgere le attività più significative del progetto anche dopo la conclusione del progetto stesso. la lingua di comunicazione durante queste attività formative è stata la lingua kurda, poiché essa è la lingua-madre di tutti i gruppi destinatari.

Sono stati istituiti dei luoghi sperimentali e dimostrativi, situati in posti visibili a tutti gli abitanti, per introdurre nuove pratiche o nuovi settori produttivi. Esempi di ciò sono l’installazione di frutteti di melograni con sistema di irrigazione ‘a goccia’ accanto alla strada verso il villaggio di Yatýr, e la coltivazione di cereali per un secondo raccolto di messi da foraggio, e di un secondo raccolto di fagioli, in tutti i villaggi del progetto.

In tutti i lavori di pianificazione e di implementazione del progetto, l’approccio adottato è stato sensibile a tenere conto dell’informazione locale, del patrimonio di esperienza locale, e della situazione locale. L’approccio generale ha cercato di edificare sulla base delle strutture socio-culturali esistenti e di svilupparle ulteriormente, piuttosto che di demolirle.

Si deve osservare che alcune attività sono state realizzate al di fuori dell’ambito del piano originale, tenendo nella dovuta considerazione il cambiamento della situazione, le necessità emergenti e le richieste provenienti da parte dei gruppi destinatari durante l’implementazione del progetto.

Inoltre, l’approvazione di una simile flessibilità da parte degli enti finanziatori ha contribuito al successo del progetto. Mentre i nuclei familiari sono stati coinvolti nel progetto nella loro totalità, sono state altresí adottate diverse misure al fine di dare priorità alle persone ed ai gruppi svantaggiati all’interno della comunità, e di migliorare la loro condizione e le loro possibilità di sviluppo.

Più in particolare, queste attività hanno avuto come destinatari, in modo particolare, i poveri, le donne ed i bambini.

Ýl fatto di assicurare il contributo dei gruppi destinatari alla messa in atto del progetto è di importanza cruciale per la presa in carico delle attività da parte di tali gruppi. A questo scopo è stato gradualmente incrementato il contributo dei produttori locali all’implementazione del progetto, ed è stato in seguito riscontrato che tale contributo dei destinatari è stato un fattore che ha assicurato la continuazione delle pratiche da parte della popolazione locale.

Per esempio, nell’installazione dei frutteti coperti, metà del costo degli alberelli è stato coperto dai contadini nella prima fase, e nell’ultima fase i contadini hanno anche coperto i costi dei materiali per la recinzione.

Un altro importante approccio nel progetto è consistito negli sforzi per assicurare la visibilità dei risultati conseguiti ed il loro sostegno ed appoggio in diverse sedi.

La realizzazione di programmi olistici, integrati, e di medio o lungo periodo, è di grande importanza per assicurare il cambiamento ed il miglioramento in tutte le sfere della vita rurale, e per offrire un modello replicabile.

Mettere in atto un cambiamento ed uno sviluppo positivo è particolarmente difficile e lento nelle aree rurali. Comunque, qualora vengano usati metodi e strumenti appropriati, è anche possibile accelerare questo cambiamento e questo sviluppo.

Nella fase iniziale del progetto le sue attività sono state piuttosto lentamente accettate ed adottate da parte dei beneficiari.

Il cambiamento è stato realmente lento all’inizio del processo, ma solo per poi consolidarsi successivamente al primo anno, e durante il terzo anno è stato più facile mettere in atto ulteriori trasformazioni.

Parimenti, i passi da compiere debbono essere attentamente concepiti e programmati affinché i cambiamenti si consolidino. Il sostegno atteso e le attività svolte devono essere configurate in modo sistematico e nel contesto di principi ben definiti. Quando invece ci si abbandona alla fretta ed all’incuranza verso le fasi successive, possono nascere gravi problemi.

Arrivati a questo punto, è cruciale, in modo graduale, ridurre i sussidi, e successivamente terminarli del tutto.

Se questa progressiva riduzione dei sussidi, non viene attuata, infatti, ci sarà una parte dei destinatari che sarà sempre in attesa di aiuti esterni. Questo è un fattore che può portare all’insuccesso qualsiasi progetto.

Il progetto è stato sviluppato da parte di una equipe ricca di esperienza, attraverso un approccio professionale ed in uno spirito di volontarismo.

 

IV) IDENTIFICAZINE DELLE AREE DI ATTIVITA’

 

Sulla base dei dati ottenuti, delle analisi condotte e della situazione dei gruppi sociali destinatari del progetto, è stato deciso che il “Piano di Azione del Progetto” avrebbe dovuto comprendere tre filoni principali di attività, reciprocamente complementari. Essi sono:

 

1) Attività di formazione

 

Attività di formazione teorica e pratica in quasi tutte le sfere della vita; progetti dimostrativi e viaggi di formazione ad aree coinvolte in altri progetti, allo scopo di consolidare la formazione e di motivare i contadini a nuove iniziative e pratiche di coltivazione. Sono state visitate, nelle località di Þanlýurfa, Gaziantep, Adana, Malatya e Elazýð, imprese agricole pubbliche e private, di persone singole e di ditte, incontrando gli agricoltori locali nella prospettiva di sviluppare ed incoraggiare la frutticoltura e l’orticoltura e l’allevamento del bestiame. Inoltre attività formative pratiche sono state condotte sui temi della salute dentaria, della conservazione dei cibi e dell’agricoltura.

 

2) Attività generatrici di redditi

 

Miglioramenti nelle condizioni fisiche della produzione per aumentare i rendimenti; introduzione di metodi di produzione agricola maggiormente evoluti; introduzione di colture vegetali nuove ed alternative; sostegno nella trasformazione dei prodotti e nel loro utilizzo per il consumo diretto o per la commercializzazione; nuove tecniche di produzione; fornitura di equipaggiamento agricolo, etc. Tutto ciò è stato gestito per assicurare la crescita della produzione e del reddito.

Tra gli esempi: l’installazione di una apparecchiatura alimentare atta a consentire agli allevatori di bestiame di produrre a basso costo i propri alimenti per gli animali; la coltivazione di messi da foraggio per il secondo raccolto; la fornitura di rilevanti attrezzature per gli usi più comuni. Altri esempi: la costruzione e il miglioramento di stalle per gli animali, in modo da garantire meglio la loro salute; il passaggio alla coltivazione del melone e dell’anguria; coltivazione di un secondo raccolto di fagioli; lancio della frutticoltura in aree soggette all’erosione, sia come attività redditizia che come misura per tenere sotto controllo l’erosione dei terreni.

 

3) Attività socio-culturali

 

Attività volte all’arricchimento della vita rurale; fornitura di opportunità nella vita sociale e culturale. Esempi: escursioni degli alunni a Diyarbakýr per scopi sociali e culturali; incontri di giovani donne del luogo con donne delle ONG di Diyarbakýr; altre gite culturali a cui hanno partecipato donne; proiezioni di film; gruppi di lavoro di disegno; esercitazioni di scrittura.

 

V) SOSTENIBILITA’

 

Uno dei tre pilastri del modello è la sostenibilità, che garantisce che le attività del progetto vengono fatte proprie e portate avanti anche dopo la chiusura del progetto.

In questo contesto, le attività di formazione hanno assegnato una speciale importanza alla crescita delle potenzialità nei gruppi sociali destinatari. Per essere più specifici, i programmi di crescita delle potenzialità hanno concentrato la loro attenzione in particolare sulla prospettiva di suscitare la formazione di “dirigenti locali”, sia maschi che femmine, dai quali ci si attende che guidino e indirizzino le attività affinché continuino anche dopo la fine del progetto.

Originariamente era stato previsto di avere come leaders locali un maschio ed una femmina in ogni insediamento. In seguito, in considerazione dei rapporti sociali esistenti in questi insediamenti rurali, è stato deciso di selezionare un rappresentante da ogni gruppo familiare, in modo da aumentare il numero dei dirigenti locali, e di assegnare a ciascuno di questi leader la responsabilità del gruppo familiare che egli o ella rappresenta.

Oltre che sulle attività volte all’incremento delle potenzialità, è stato dato peso alle forme di organizzazione informali da cui ci si attende che gestiscano le attività a livello locale. Questi organismi si sono trasformati in “comitati di progetto” ed in “comitati di villaggio”. Ci sono state anche iniziative volte a dare uno status formale a questi comitati, ma non è stato possibile realizzarle. La ragione principale per cui non possono essere istituiti organismi formali a livello locale è costituita dalle recenti tensioni e conflitti tra alcune famiglie, che sono state ulteriormente esacerbate dalle ultime elezioni delle autorità locali (muhtar). Un’altra ragione deriva dal fatto che il reddito non ha ancora raggiunto una dimensione sufficiente per sostenere tali organismi formali.

Invece, i gruppi di contadini si associano e agiscono collettivamente in relazione a specifici campi dell’attività produttiva. E’ stato ritenuto che questo modello organizzativo sia più idoneo a questa fase.

C’è un altro fattore strettamente associato al successo del progetto: si tratta dell’ “Unità di Sviluppo del Progetto”, o “Equipe del Progetto”.

La composizione, le risorse umane e la capacità di prestazioni dell’ “Equipe del Progetto”, così pure come la sua affinità con la composizione sociale e culturale diffusa nell’area del progetto, sono assai importanti per creare affidabili reti di intercomunicazione con la gente a cui il progetto si rivolge. Le tecniche adottate e seguite dall’equipe hanno molto influsso nel motivare la popolazione locale ad adottare il progetto ed a partecipare alle sue attività. Inoltre, le iniziative dell’equipe volte ad impegarsi in accordi con le istituzioni ufficiali e ad avviare delle collaborazioni con altri enti sono forti strumenti per motivare i gruppi destinatari a sostenere la buona riuscita del progetto.

Nelle organizzazioni informali su scala locale sono coinvolte diverse famiglie, e questi meccanismi informali possono essere resi funzionali configurandoli come rappresentanze emanate dalle famiglie. Il mantenimento di questi organismi informali composti da rappresentanti delle famiglie, ed il loro coinvolgimento congiunto in alcune attività, può servire a ristabilire la pace nei villaggi, ed inoltre prepara il terreno per futuri organismi di natura formale.

Durante lo sviluppo del progetto è possibile prestare attenzione a questi importanti dettagli solo grazie ad una valida analisi dei rapporti sociali esistenti.

 

In seguito all’esistenza di un positivo rapporto con gli uffici governativi, in un villaggio è stata costruita una attrezzatura per l’acqua potabile, e sono stati organizzati diversi corsi, ed impartiti in cooperazione con gli uffici governativi.

 

Nel 2009, da agosto ad ottobre, è stato svolto un lavoro di “Valutazione di Impatto Sociale” (Social Impact Assessment = SIA) nell’area del progetto, assieme ai partners e sostenitori del progetto, per misurare gli effetti del progetto. Più oltre presenteremo alcuni elementi informativi risultanti dal resoconto complessivo che contiene dati, pratiche ed analisi in vari campi.

I dati fondamentali della “Valutazione di Impatto Sociale” coprono tre gruppi indagati, e sei approfondite interviste con 70 partecipanti, di cui 39 femmine e 31 maschi, provenienti da 74 gruppi familiari selezionati con campionamento. In questo lavoro, sono state effettuate dapprima delle visite preliminari, e quindi è stato effettuato un lavoro valutativo di base per raccogliere dati sia quantitativi che qualitativi sulla base dei resoconti e dei documenti del progetto.

 

Progetto sull’incremento delle potenzialità rurali

 

Questo progetto è stato implementato con il proposito di realizzare un modello concernente lo sviluppo rurale nella regione del sud-est dell’Anatolia.

L’obiettivo principale del progetto è di contribuire allo sviluppo della regione. La produzione di un modello in grado di essere replicato nella regione è stato considerato come il risultato più importante atteso dall’iniziativa.

Oltre a questo obiettivo generale, il progetto ha mirato a raggiungere il 70% di 235 nuclei familiari in quattro insediamenti rurali, ed a:

> Fornire formazione teorica e pratica

> Sviluppare e/o introdurre attività generatrici di reddito

> Sviluppare tecniche di produzione portatrici di incremento del reddito

> Accrescere l’autoconsapevolezza riguardo all’utilizzo sostenibile delle risorse naturali

> Contribuire allo sviluppo delle risorse umane attraverso attività che arricchiscano la vita sociale e culturale e migliorino la qualità della vita.

 

DATI SOCIO-ECONOMICI ESSENZIALI DEI VILLAGGI

 

Gli insediamenti nell’area del progetto sono abitati da 1.975 cittadini e 582 persone di questa popolazione risiedono in nuclei familiari intervistati. Le femmine costituiscono il 52,4% della popolazione totale ed i maschi il 47,62%. L’età media è giovane. Il tipo familiare dominante è il nucleo familiare con un numero assai abbondante di figli.

Per quanto riguarda la condizione socio-economica dei nuclei familiari, la maggioranza è costituita da contadini impegnati sia nella coltivazione che nell’allevamento del bestiame. Per quanto riguarda i capifamiglia, il lavoro edilizio costituisce il lavoro secondario dopo quello agricolo.

In aggiunta alla migrazione permanente, anche la migrazione stagionale o temporanea è alquanto diffusa nei nuclei familiari. Tuttavia, pare essere in atto un suo declino, in raffronto agli anni precedenti, in questa migrazione stagionale.

Al momento presente, il 73% della popolazione locale afferma che preferirebbe non abbandonare affatto gli insediamenti, mentre il 23% è di opinione contraria. La forza che spinge di più verso la migrazione è la disoccupazione, ed il basso livello di reddito. La tendenza ed emigrare è più diffusa tra gli abitanti giovani.

La maggioranza (il 68,9%) dei nuclei familiari è insoddisfatta della propria condizione economica attuale. L’agricoltura è la principale fonte di reddito e di sopravvivenza.

La produzione agricola ottenuta attraverso lavoro familiare non pagato è un pilastro importante della sussistenza dei nuclei familiari, e le donne hanno un ruolo importante in tale lavoro. Si può osservare che le donne hanno carichi di lavoro assai pesanti specialmente nella cura degli animali e nella coltivazione degli ortaggi.

Oltre l’80% dei nuclei familiari possiede terra in quantità da una a 150 decare. La dimensione media è di 36 decre.

I nuclei familiari che hanno terreni troppo piccoli per garantire la sussistenza affittano terre o le conducono a mezzadria.

L’impegno della popolazione locale nelle attività agricole è aumentato del 5,9% negli ultimi due o tre anni.

Per il 2009 la configurazione delle coltivazioni nell’area è la seguente: grano (66,2%), cotone (23,5%), ed ortaggi (4,4%).

C’è un declino nella coltivazione delle messi a causa dell’erosione. Per esempio, mentre l’area occupata dalla coltivazione del cotone nel 2007 aveva una quota del 46,17%, questa quota nel 2009 è scesa al 29%. Questo è un dato rilevante, visto che il Progetto è particolarmente sensibile alla protezione ambientale.

Sulla base delle osservazioni ed interviste effettuate sul campo, si può dire che è in corso un cambiamento nella tipologia e distribuzione delle colture (Tabella 5). Per esempio, dopo l’inizio del progetto, le messi da foraggio e la frutticoltura cominciarono a svilupparsi come attività completamente nuove, la produzione di ortaggi estivi ed invernali si diversificò, e si svilupparono la coltivazione di serra e prodotti come le angurie ed i meloni. Negli ultimi tre anni la coltivazione del cotone si è contratta, mentre altre messi manifestano una distribuzione irregolare.

Mentre due o tre anni fa il 75% dei nuclei familiari impiegato nella coltivazione di messi era dedito ad una sola coltura, ora la proporzione di contadini dipendente da una sola coltura è del 60%. Inoltre, mentre due o tre anni or sono solo il 17,2% dei nuclei familiari poteva effettuare un secondo raccolto, ora il 3,3% lo può fare.

 

Quando ai nuclei familiari è stato chiesto di effettuare una valutazione dei mutamenti in agricoltura durante gli ultimi due o tre anni, la distribuzione delle risposte è stata:

> il 30,9% dei nuclei familiari: aumento del prodotto

> il 33,8% dei nuclei familiari: diversificazione delle colture

> il 10,6% dei nuclei familiari: diminuita la desertificazione delle loro terre

> il 25% dei nuclei familiari: progressi nell’irrigazione

> il 13,2% dei nuclei familiari: minor uso dei fertilizzanti chimici

> il 19,1% dei nuclei familiari: più ampio uso di differenti semenze

> il 20% dei nuclei familiari: più ampia pratica di inseminazione con animali di alta qualità

> il 9,5% dei nuclei familiari: migliori opportunità di commercializzazione

> l’ 11,1% dei nuclei familiari: più ampie opportunità di conservazione e immagazzinamento

> l’ 11,3% dei nuclei familiari: avanzata meccanizzazione

 

La maggior parte dei nuclei familiari che vive nei villaggi ha la propria parentela di primo grado che vive nella città. La produzione locale (ortaggi, latte, burro, formaggio, uva e ‘pestil’) costituisce un’importante fonte di sostegno per i parenti che vivono in città. Questa si presenta come un a forma di solidarietà rurale-urbana.

Il reddito medio annuale di ogni nucleo familiare, che è stato riscontrato ammontare a 3.750 Lire Turche nell’indagine condotta all’inizio del progetto, è aumentato del 75% sino a 6.588 Lire Turche secondo la “Valutazione di Impatto Sociale” (Social Impact Assessment = SIA, estate-autunno 2009).

Nonostante ciò, quando è stato chiesto ai nuclei familiari di confrontare il loro reddito mensile con le loro spese mensili, il 77% ha affermato che le loro entrate restano assai al di sotto delle loro spese. Inoltre, il 79% ha detto che le loro spese per consumi rimangono al di sotto delle loro necessità. Queste risposte mettono in evidenza che la povertà continua ad esistere.

Il possesso della propria abitazione è una caratteristica della vita rurale, e ciò è riscontrabile anche per i villaggi del progetto. Il 91,9% dei nuclei familiari vive in case di proprio possesso. Queste sono per lo più edifici fatti di mura di pietre e tett5i di terra. Ci sono anche edifici di calcestruzzo, costruiti di recente. Il numero medio di stanze nelle case è di 2,73.

Lo sterco e la legna costituiscono i principali materiali combustibili per il riscaldamento. Tra gli arredi e le apparecchiature dei nuclei familiari, il possesso di alcuni articoli, come frigoriferi, televisori, macchine da cucire, stufe, ferri da stiro etc., hanno un’origine di oltre dieci anni addietro, mentre alcuni altri, tra cui i telefoni portatili, i ventilatori, le lavatrici e le apparecchiature di riproduzione musicale sono relativamente nuove (circa cinque anni).

Per quanto riguarda la protezione sociale, la maggioranza dei nuclei familiari è provvista di carta verde. Tutti i villaggi del progetto hanno scuole elementari.

 

Mutamento nella famiglia e nelle relazioni comunitarie

 

Le strutture familiari sono strutturate sulla base dei valori tradizionali, e le donne non hanno sufficiente accesso all’educazione, che costituisce il fattore più determinante dello sviluppo delle relazioni umane. I ragazzi del posto che frequentano le scuole medie sono mandati a scuola in autobus fuori dei loro villaggi. Questa situazione generalmente finisce con l’esacerbare ulteriormente l’ineguaglianza di genere. Le ragazze, che si trovano in una posizione svantaggiata anche a causa dell’influsso dei valori tradizionali, non possono beneficiare in modo paritario delle opportunità educative.

Uno dei risultati rilevanti del progetto è la partecipazione delle donne del posto ai corsi di alfabetizzazione ed il loro conseguimento dei certificati di alfabetizzazione.

 

L’età del primo matrimonio dei capifamiglia è fra i 15 ed i 29 anni. L’età media dei matrimoni dei capifamiglia è di 20,84 anni. Quando venne richiesto ai capifamiglia quale età per il matrimonio essi avrebbero preferito per le loro figlie e per i loro figli, in media la risposta per le figlie è stata: 19,99 anni, e, per i figli: 22,89 anni. Su questo argomento si è riscontrato un cambiamento, poiché, mentre non sono cambiate le preferenze in riferimento alle figlie, per i figli viene preferita un’età aumentata di 2,05 anni.

Il tasso di fertilità tra le donne del posto è troppo alto, e il numero medio di nascite è dell’8,63. La pianificazione familiare viene considerata positiva dall’81,7% dei capifamiglia.

Si riscontra un cambiamento anche rispetto al numero dei figli desiderati. Il 50,7% degli intervistati ha affermato che quattro figli sono sufficienti, mentre coloro che ritengono ideale il numero di due figli ammonta all’8,2%.

Anche questa inchiesta ha confermato che i matrimoni consanguinei sono diffusi nell’area. Il 40% dei capifamiglia intervistati è sposato con parenti stretti. La proporzione di matrimoni concordati tramite intermediari è maggiore che per gli altri.

La pratica denominata “kuma”, vale a dire il prendere una seconda “moglie” senza stabilire un vero e proprio vincolo matrimoniale, non è più una pratica diffusa. Non c’è nessun capofamiglia che abbia una seconda moglie. Mentre il pagamento alla famiglia della sposa è ancora diffuso, tale pratica ora è fatta oggetto di ampie critiche.

Mentre il 45% dei capifamiglia afferma che essi hanno pagato alla famiglia della sposa quando si sono sposati, questa proporzione scende al 30% se si contano coloro che insistono per l’effettuazione di tale pagamento anche per il matrimonio dei loro figli. Il 61,4% dei nuclei familiari ha dichiarato che essi non vorrebbero un simile pagamento.

Il 25% dei nuclei familiari afferma che ci sono stati cambiamenti significativi nella loro vita durante gli anni recenti. Altri non ravvisano significativi cambiamenti.

L’80% dei nuclei familiari che riscontrano positivi cambiamenti nella loro vita menziona che essi hanno avuto il 100% di tali cambiamenti positivi in campi come le relazioni interfamiliari, le relazioni interne al villaggio e con altri villaggi, la disponibilità di apparecchiature domestiche, attrezzature, alimentazione e consumi, attività culturali e di svago nel tempo libero, e migrazione forzata o volontaria.

Molte attività di carattere socio-culturale ed economico del progetto, come pure i suoi momenti di formazione, sono stati realizzati con la finalità di rafforzare la condizione femminile. E’ stato rilevato che tutte queste attività hanno avuto un effetto positivo.

Si è inoltre constatato che ciò sarà un presupposto assai idoneo per incrementare e sviluppare ulteriormente tali attività.

 

Il Progetto visto dal punto di vista delle donne

 

Le donne hanno così esposto le loro speranze concernenti il Progetto:

> Esse considerano il progetto come un’occasione per migliorare la loro vita e guadagnare di più.

> Molte donne, incluse soprattutto le donne povere, che sono insoddisfatte della loro attuale situazione, vedono il progetto come una via d’uscita da tale situazione.

> Esse affermano che il progetto dovrebbe riservare un maggiore spazio alle attività orientate a migliorare la condizione delle donne (per esempio le loro competenze, e le opportunità di impiego).

> Le donne affermano che i corsi di alfabetizzazione hanno effetti positivi sulle loro vite. Questo cambiamento le ha anche spinte ad incoraggiare l’iscrizione scolastica e le la frequenza scolastica dei loro figli. C’è stato anche un incremento nell’iscrizione scolastica delle ragazze.

 

Opinioni dei partners del progetto

 

Nella realizzazione del Progetto, che ha molteplici gruppi sociali come suoi destinatari nonché svariate attività, è stato ricevuto sostegno da parte di diversi enti.

Nel progetto, l’equipe si è giovata delle opinioni e dei suggerimenti dei gruppi partners e sostenitori. Possiamo riassumere le informazioni raccolte dalle interviste e comunicazioni dei destinatari del progetto come segue:

 

> mentre all’inizio non si era potuto riscontrare un grande interessamento e sostegno da parte delle componenti maschili e femminili destinatarie, il progetto in seguito è stato gradualmente fatto proprio, ed è maturata la reciproca fiducia.

 

> Si è potuto riscontrare che i benefici che i contadini hanno raccolto dal progetto variano in relazione alle loro fonti di produzione ed ai loro mezzi di sostentamento.

 

> In termini di genere, i maschi hanno preso parte al progetto in maggior misura.

 

> Rispetto all’incremento delle potenzialità, i partecipanti si sono focalizzati soprattutto sulle risorse di miglioramento economico.

 

> Il livello di consapevolezza sulla produzione e produttività agricola dei partecipanti è maggiore in confronto ad altri argomenti sociali ed ambientali.

 

> La durata del progetto non è stata ritenuta abbastanza lunga sia da parte dei destinatari che da parte dell’equipe del progetto. L’Unità di Implementazione del Progetto (Project Implementation Unit = PIU), che ha sperimentato alcune difficoltà durante il decorso del progetto, ha però anche potuto trovarne la soluzione attraverso il ricorso a metodi alternativi di conduzione, piani strategici, esperienze istituzionali e collaborazioni.

 

Attività del Progetto nel contesto di un modello di sviluppo rurale

 

Il progetto, che ha assunto lo sviluppo rurale ‘olistico’ come un modello, ha condotto le proprie attività in fasi successive.

Dapprima, l’Unità di Implementazione del Progetto (Project Implementation Unit = PIU), attraverso il proprio lavoro di indagine preliminare, ha stabilito in quale area e con quali componenti sociali realizzare il progetto.

In questo contesto, le attività volte sia alla formazione che alla pratica sono state messe in opera.

Sulla base di quanto emerso dalla “Valutazione di Impatto Sociale” (Social Impact Assessment = SIA) che è stata redatta in relazione a tali attività, si è potuto constatare che il “Progetto di crescita delle potenzialità in aree rurali” può servire come un modello per uno “sviluppo rurale olistico”, e dovrebbe perciò venire replicato in altre parti della regione.

 

I presupposti che conducono a tale conclusione sono i seguenti:

 

> La formazione, le risorse umane e le capacità operative dell’Unità di Implementazione del Progetto sono omogenee con la conformazione socio-culturale della regione in cui essa ha operato, ed in sintonia con esse, e ciò facilita la realizzazione di reti di comunicazione con la gente a cui il progetto si rivolge.

 

> Le tecniche adottate dall’Unità di Implementazione del Progetto nella formazione e nelle attività intraprese sono idonee a stimolare la partecipazione attiva della popolazione locale.

 

> Le iniziative messe in atto dall’Unità di Implementazione del Progetto per la cooperazione sono un fattore importante per assicurare la sostenibilità dei risultati del progetto.

 

> Approcci allo sviluppo concepiti sulla base di una pluralità e differenziazione sia di aspetti (economico, sociale ed ambientale) che di gruppi sociali destinatari, assicurano la crescita dell’autocoscienza e delle competenze delle persone coinvolte.

 

SUGGERIMENTI

 

> Come è stato osservato dai partners, la durata del Progetto, risultata troppo breve, dovrebbe essere ripresa in considerazione, per consolidare pienamente alcuni risultati conseguiti.

> Attraverso un lavoro di accertamento delle necessità da effettuarsi nell’equipe del progetto, i programmi di formazione dovrebbero essere riveduti ed ulteriormente sviluppati in armonia con le richieste dei partecipanti.

> Dovrebbero esser trovate delle soluzioni per facilitare la difficoltà in termini finanziari a cui vanno incontro i contadini quando cercano di mettere in pratica quanto hanno appreso, per iniziare nuove attività di produzione e/o commercializzazione dei prodotti.

> In quanto costituiscono una componente importante del progetto, i programmi relativi al genere devono spingersi oltre, stimolando il rafforzamento dei ruoli domestici femminili, e coprire l’intera gamma della problematica dell’emancipazione di genere, in un’ottica di equilibrio di genere.

 

*-*-*

 

ESPERIENZE DEL PROGETTO

 

Dalle attività di implementazione del progetto sono scaturite le esperienze seguenti:

 

> Supporto esterno:

Il supporto esterno nel delineare le linee-guida del progetto e nel monitoraggio a livello di nuclei familiari nella fase preliminare dell’implementazione del progetto è di vitale importanza per disegnare piani di lavoro realistici e per verificare i risultati del progetto. Quando poi il progetto è stato programmato, possono successivamente insorgere cambiamenti nelle circostanze precedentemente riscontrate; deve quindi esserci sufficiente flessibilitià per lasciare spazio a revisioni del progetto alla luce dei mutamenti della situazione.

 

> Partecipazione alla pianificazione e implementazione del progetto

Per rendere sostenibili, cioè durature, le attività del progetto, è essenziale poter assicurare la partecipazione attiva dei gruppi sociali destinatari alla loro pianificazione ed alla loro implementazione, nonché alla loro progressiva valutazione (in termini di verifica del raggiungimento degli obiettivi prefissati).

 

> Collaborazione dei partners:

Il fatto di informare i partners a proposito delle caratteristiche e dell’andamento del progetto e di scmbiare idee con loro su specifici temi rende più facile collaborare con enti importanti e stimolare il sostegno da parte loro.

 

> Importanza dell’informazione locale:

Pianificare con la dovuta considerazione del bagaglio di informazione ed esperienza accumulato da parte delle comunità locali riduce possibili situazioni avverse ed aiuta a portare a termine con successo i risultati attesi.

 

> Priorità del progetto:

Le priorità del progetto devono essere direttamente associate con le necessità ed i problemi prioritari dei gruppi sociali destinatari. Altrimenti risulta alquanto arduo sviluppare l’interesse della gente per le attività del progetto.

 

> Il contesto socio-culturale locale deve essere tenuto in considerazione nelle attività del progetto, come pure i fattori tecnici e climatici. Specialmente nelle attività dimostrative e sperimentali, la scelta delle persone e dei gruppi idonei come pure del luogo adatto, sono della massima importanza.

 

> Sostenibilità:

La sostenibilità deve essere presa in considerazione sin dall’inizio del lavoro di elaborazione del progetto, e le attività devono essere messe a punto in correlazione ad essa. Questo approccio è importante per continuare le attività dopo la conclusione del progetto, e svilupparle ulteriormente.

 

> Approccio olistico:

Il progetto deve avere un carattere olistico, e le attività generatrici di reddito devono riflettere le priorità delle famiglie rurali. E’ altresí vero che l’incremento delle potenzialità della popolazione, l’assunzione delle esigenze dei gruppi svantaggiati, la pianificazione di attività rispondenti alle loro necessità e provviste di una dimensione ambientale, incrementerà ulteriormente l’impatto del progetto. Al tempo stesso, sono importanti le attività che contribuiscono alla vita sociale e culturale nei villaggi.

 

> Approccio territoriale:

Nella scelta dell’area ove sviluppare il progetto, devono essere presi in considerazione i confini delineati dalle caratteristiche concrete del tessuto socio-culturale ivi insediato, piuttosto che i confini amministrativi. Un simile approccio è importante per rendere più visibili i risultati.

 

> Giustizia sociale:
Il progetto deve includere gli aspetti che contribuiscono alla giustizia sociale nei villaggi. In questo senso, esso deve conferire priorit
à ai gruppi svantaggiati (per esempio, i più poveri, le donne, i bambini ed i disabili) e comprendere attività volte al loro rafforzamento sociale. Le attività generatrici di reddito per le donne nei nuclei familiari più poveri e le attività riguardanti i bambini possono essere orientati sulla base di questi criteri.

 

> Condizione sociale delle donne:

E’ importante, nell’area del progetto, migliorare la condizione delle donne nella famiglia e nella comunità, ed assicurare la loro partecipazione ai processi decisionali. E’ parimenti importante incrementare la consapevolezza maschile su questi argomenti. Questa è la ragione per la quale la famiglia è stata assunta come unità di riferimento nelle attività; inoltre, sono state sviluppate attività culturali ed attività generatrici di reddito specificamente rivolte alle donne.

 

> Organizzazione:

Il contesto sociale esistente deve essere tenuto in considerazione nel momento in cui si creano organismi rurali per la gestione dell’azione collettiva. Nei villaggi può non essere sempre possibile introdurre organismi formali a tale scopo. Ciò si verifica perché le comunità possono avere alcuni conflitti interni che provengono dal passato, i quali ostacolano la collaborazione e rendono ardua la creazione di siffatti organismi. Risolvere tali problemi può richiedere molto tempo. In tali casi, la strada più corretta può essere quella di creare strutture informali mettendo insieme piccoli gruppi che possano lavorare assieme. Esempi di ciò possono essere ravvisati nei comitati di progetto, nei comitati di villaggio e nei gruppi che comprendono diversi nuclei familiari.

 

> Le attività economiche del progetto devono essere realizzabili ad un costo sostenibile e compatibili con un uso efficiente delle risorse economiche disponibili.

 

> Un altro fattore rilevante a disponibilità di sufficienti infrastrutture ed attrezzature, vale a dire, la disponibilità di sufficienti strutture istituzionali e di equipaggiamenti idonei per la produzione.

 

> I progetti e le pratiche di sviluppo rurale, in generale, possono prendere slancio solo dopo aver costruito una certa reciproca fiducia tra la popolazione destinataria e l’equipe del progetto. La durata del progetto deve essere abbastanza lunga da permettere tale decollo iniziale.

 

> Monitoraggio e valutazione:

Le attività del progetto devono essere sistematicamente sottoposte a monitoraggio per poter effettuare tempestivamente gli interventi necessari in caso di necessità. Inoltre, il fatto che pure la popolazione beneficiaria del progetto possa valutarne gli sviluppi ad intervalli regolari, costituisce un rafforzamento del progetto. Un altro importante punto è la redazione di regolari resoconti dell’andamento del progetto.

 

> Appoggi esterni:

La visibilità che permette di condividere pubblicamente la conoscenza dei risultati del progetto, nonché l’appoggio di soggetti esterni, sono rilevanti anche per stimolare la nascita di altre simili iniziative. In questo contesto vanno prese in considerazione anche il ruolo istituzionale di enti di rilievo sia pubblici che privati.

 

> La collaborazione con l’associazione che gestisce il progetto e con gli enti partners che lo sostengono non possono che avere effetti positivi. Un esempio è la revisione del progetto effettuata con gli enti finanziatori alla luce del mutamento delle circostanze.

 

E’ assolutamente necessario che ci sia una reciproca fiducia tra l’equipe del progetto e la popolazione beneficiaria. Così, l’equipe del progetto deve avere una buona dotazione di base, agire in modo trasparente, e dimostrare nei fatti la propria imparzialità. L’esperienza dell’equipe del progetto, la sua conoscenza della cultura locale e della lingua locale, ai fini di un buon rapporto comunicativo e di una buona disposizione d’animo, sono importanti fattori positivi.

 

IL CENTRO PER LO SVILUPPO

 

Creato in Diyarbakýr nel 2004, il Centro per lo Sviluppo è una organizzazione non governativa (ONG) impegnata in studi, ricerche ed interventi di accrescimento delle potenzialità della popolazione, che sviluppa i propri programmi finalizzati alla riduzione della povertà sia in aree rurali che urbane.

Anche se le sue attività si svolgono principalmente nella provincia di Diyarbakýr, il Centro per lo Sviluppo è anche impegnato in alcuni eventi di livello regionale e nazionale. La provincia e la regione in questione comprendono i più sottosviluppati insediamenti del Paese, e questo sottosviluppo si manifesta in molte sfere della vita. Profondamente impoverita, la popolazione rurale è la maggiormente danneggiata da questa situazione avversa.

La popolazione della regione vive, in generale, con standard che restano molto al di sotto della media nazionale e delle necessità umane elementari. Inoltre, al momento attuale non si riscontra nulla che lasci intravvedere che questi problemi possano essere radicalmente risolti in un futuro prossimo. Ciò che dunque può essere fatto nel breve periodo consiste nel mitigare la situazione mobilitando i mezzi scientifici e tecnologici disponibili a beneficio della popolazione sulla base di un approccio egualitario fondato sui principi della giustizia sociale.

Riteniamo importante sviluppare queste aree attraverso la capitalizzazione della coesistenza delle strutture sociali tradizionali con le moderne forme di organizzazione.

Tra i nostri scopi principali rientra il lancio di piani e pratiche che preparino il terreno per strumenti, opportunità e strutture legali funzionali allo sviluppo umano.

Di fronte ai problemi attuali, il Centro per lo Sviluppo mira a mitigare la povertà nelle aree urbane e rurali, a promuovere il miglioramento della condizione femminile, ed a contribuire allo sviluppo sociale dell’infanzia. Inoltre, rientra tra i nostri scopi favorire la giustizia sociale mitigando il pauperismo, proteggere l’ambiente naturale contribuendo alla formulazione di modelli di sviluppo sostenibile e di avanzata cooperazione sia con gli enti pubblici che con le organizzazioni non governative (ONG).

Il Centro per lo Sviluppo mira a contribuire alla creazione di una società democratica dove il popolo fruisca di una vita decente e di qualità. Ci riproponiamo di condurre gradualmente dei progetti di ampiezza regionale, e lavori-pilota sviluppati in tale ottica.

Uno dei pilastri del nostro approccio è di collaborare in ogni iniziativa con gli enti governativi, le amministrazioni locali, le università, sia nazionali che straniere, con le organizzazioni non governative (ONG), con le associazioni professionali, le camere, le associazioni di produttori, eccetera.

Assicurando la piena partecipazione dei partners intendiamo rendere possibile un lavoro corretto ed efficace, e, al tempo stesso, estendere le attività alla partecipazione di larghe masse di popolazione. Infatti il partecipante più importante ed indispensabile in questa collaborazione è ovviamente la popolazione che vive nelle aree dove viene pianificato o effettuato l’intervento.

 

Il Centro per lo Sviluppo ha realizzato i seguenti progetti:

 

> Indagini rurali

> Caratteristiche della produzione agricola nei Paesi europei e loro adozione nella regione

> Formazione di operatori per lo sviluppo locale

> Studio sulla migrazione forzata interna e le sue implicazioni

> Sostegno a gruppi sociali coinvolti nella migrazione forzata interna

> Rafforzamento delle donne nelle aree rurali

> Crescita delle potenzialità nelle aree rurali

 

Lo stile di lavoro e la struttura organizzativa del Centro per lo Sviluppo prevedono la condivisione delle esperienze, la creazione di una tradizione e cultura dell’azione collettiva ed una gestione partecipativa e trasparente.

Il Centro si attiene a queste premesse nella sua organizzazione così come nelle sue attività.

 

==------------------------------

 

KALKINMA MERKEZÝ DERNEÐÝ

Turgut Ozal Bulvarý Bayýndýrlýk Cad.

343. Sk. Balek Apt. B Blok Kat: 1 No: 5

BAÐLAR / DÝYARBAKIR

Tel-Fax: (0412) 237 87 49 – 50

Web: http://www.kalkinmamerkezi.org

Kitabý Hazýrlayan

Kalkýnma Merkezi Derneði

ISBN

978-605-89078-1-2

Kitabý Yayýna Hazýrlayan

Etik Ajans

Tel: (0412) 224 12 37

Baský

Gün Matbaacýlýk Reklam Film Basým Yayýn

San. Tic. Ltd. fiti.

Beþyol Mah. Akasya Sk. No: 23/A

K. Çekmece / ÝSTANBUL

Tel: (0212) 580 63 81